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Visualizzazione dei post da aprile, 2025

GHOST "SKELETÀ" (2025)

La decadenza della musica hard'n'heavy non sta solo nei suoi autori, ma anche nella schiera dei rispettivi "followers" (dicono quelli bravi). Cerco di esplicare brevemente il mio personale pensiero: anche negli anni '80, quando la contabilità dei dischi partiva da un paio di milioni in su, succedeva che il "metallozzo" medio bestemmiasse gli dei al successo dei vari Bon Jovi e Europe. Non considerando il fatto che il consenso commerciale dei suddetti artefici consentisse al genere di trasformarsi in rivoluzione culturale. Faceva così schifo che molta gente si avvicinasse a determinate sonorità grazie ad uno "Slippery When Wet" o un "The Final Countdown"? Era meglio continuare ad esibirsi nei pub per pochi adepti allo scopo di preservare la purezza della sacra fiamma? Oppure certi ragionamenti sembrano più roba da setta fanatica che da persone di buon senso? Ad ognuno la propria opinione, la mia si legge ovviamente tra le righe. Il pip...

W.E.T. "APEX" (2025)

È un momento particolarmente favorevole per gli affezionati al rock melodico. Dopo le uscite di The Night Flight Orchestra e Perfect Plan, tocca agli ormai veterani W.E.T. (acronimo di Work Of Art, Eclipse, Talisman), tenere alta la "media qualità" di un genere dato per morto e sepolto da decenni, eppure assai duro a scomparire. "Apex è il quinto lavoro d'equipe del supergruppo nato attorno ai talenti di Jeff Scott Soto, Erik Martensson e Robert Sall, ed ancora una volta si tratta di una collezione di brani dalla cifra superiore. La prima parte del disco potrebbe arrecare tranquillamente il logo Eclipse, tale è l'arrembante kick di canzoni come "This House Is On Fire" e "Believer". La seconda parte, invece, risente maggiormente dell'impronta Talisman, soprattutto di quelli associabili al periodo "Genesis" (mi riferisco a "Nowhere To Run", "Pay Dirt" e "Pleasure & Pain" in particolare). L'ingr...

AMARCORD: INTERVISTA LEATHER

Intervistare Leather è come un tuffo nel tempo. Nel passato, per la precisione, quando assieme a David Chastain, era solita deliziarci praticamente con un album all'anno, dal 1985 al 1990. Per non parlare di quel "Shock Waves" solista che, ancora oggi, resta oggetto di culto per veri intenditori di heavy metal. Ma si parla anche del presente perché, siamo onesti: un disco come "We Are The Chosen" demolisce la giovane concorrenza, che sembra rievocare gli 80's, con risultati spesso disarmanti. Saranno stati i tanti anni di inattività (circa una ventina da "For Those Who Dare), ma la" Ronnie Dio al femminile", come è stata sovente descritta, è tornata sulle scene con una carica pazzesca, nonché un songwriting classico e, allo stesso tempo, fresco come una rosa appena colta. Leather Leone risponde alle domande di Metal.it, e francamente è un orgoglio non da poco. Ciao Leather, benvenuta su questa pagina. Iniziamo ovviamente da "We are the ch...