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W.E.T. "APEX" (2025)


È un momento particolarmente favorevole per gli affezionati al rock melodico. Dopo le uscite di The Night Flight Orchestra e Perfect Plan, tocca agli ormai veterani W.E.T. (acronimo di Work Of Art, Eclipse, Talisman), tenere alta la "media qualità" di un genere dato per morto e sepolto da decenni, eppure assai duro a scomparire. "Apex è il quinto lavoro d'equipe del supergruppo nato attorno ai talenti di Jeff Scott Soto, Erik Martensson e Robert Sall, ed ancora una volta si tratta di una collezione di brani dalla cifra superiore. La prima parte del disco potrebbe arrecare tranquillamente il logo Eclipse, tale è l'arrembante kick di canzoni come "This House Is On Fire" e "Believer". La seconda parte, invece, risente maggiormente dell'impronta Talisman, soprattutto di quelli associabili al periodo "Genesis" (mi riferisco a "Nowhere To Run", "Pay Dirt" e "Pleasure & Pain" in particolare). L'ingresso del batterista Jamie Borger potrebbe essere il classico indizio che costituisce la prova, ed infatti Soto lo ringrazia pubblicamente nelle note interne del libretto, per essersi proposto quale secondo "fattore X" che autorizza la T finale nel nome del sestetto. Il collante resta Robert Sall, con la sua innata predisposizione all'armonizzazione dei cori, che mette tutti d'accordo in vista del risultato comune. Nessuna sorpresa nell'indirizzo del songwriting, invece, che pare ormai diventato sinonimo di personalità e garanzia. I W.E.T. non hanno mai sbagliato un disco che sia uno: non sarà certo "Apex" ad interrompere l'invidiabile tradizione che li precede. Anzi, semmai la rinsalderà. 

ALESSANDRO ARIATTI


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