I Baton Rouge sono il tipico esempio di gruppo arrivato leggermente tardi, quando i riflettori puntati sull'hair metal iniziano ormai a spostarsi verso altri lidi. La band si regge sulle figure del chitarrista Lance Bulen e del vocalist Kelly Keeling e, dopo aver modificato il proprio nome per ben tre volte (tra cui un Meridian giudicato effettivamente troppo simile agli appena freschi di stampa Melidian), attira le attenzioni della tentacolare Atlantic Records. Il quintetto si completa con David Cremin (tastiere), Scott Bender (basso), e Corky McLellan (batteria). Il terremoto che avrebbe devastato il mondo dell'hard'n'heavy giusto per qualche stagione, visto che a distanza di 40 anni il modello ispiratore resta tuttora la "80's decade", sembra un fortunale solamente all'orizzonte, eppure le nubi che si accumulano nello skyline musicale sono nerissime. Atlantic punta comunque con decisione sui Baton Rouge, tanto da affiancarla a Jack Ponti, eccezionale hit maker che ha già contribuito al songwriting di Bon Jovi, Surgin, Keel, Bonfire e tanti altri. "Shake Your Soul" è letteralmente una fucina di papabili hit singles, tanto energici nel suono quanto accattivanti nelle linee vocali, magistralmente condotte da un Kelly Keeling in versione fenomeno. Basterebbe l'iniziale "Doctor", con quel chorus che ricorda da vicino l'Alice Cooper formato mainstream di "Poison", per decifrare le coordinate dell'album. Tuttavia, come si diceva poc'anzi, il fuoco di fila è impressionante, tra una "Walks Like A Woman" alla "Rag Doll" (Aerosmith) ed una "Bad Time Comin' Down" che sembra gettare un guanto di sfida a "You Give Love A Bad Name" (Bon Jovi). La produzione di Ponti è corposa e frastornante, esattamente come richiede il settore di riferimento, tanto da definire i cori di "Big Trouble", "Spread Like Fire" e "Hot Blood Moving" non meno che sensazionali. Perfette le due ballad nel carnet, ovvero "It's About Time" e "There Was A Time", mentre "Baby's So Cool" sciorina elettricità a profusione, con quel perentorio riff che profuma tanto di Kix. "Melenie" e "Young Hearts" confermano l'innata predisposizione dei Baton Rouge per hard rock e melodia, dispensate in eguale misura. Nonostante la qualità altissima ed il folto stuolo di collaboratori (da ricordare anche l'ex Twisted Sister Joey Franco alla batteria), "Shake Your Soul" raggiunge una non esattamente lusingante 160esima posizione nella classifica di Billboard, confermando il 1989 come ultimo anno realmente "magico" per il genere. Almeno a livello commerciale. Il parziale flop del disco induce il gruppo a tentare qualche cambiamento, specialmente con l'ingresso di Tony Palmucci (ex Keel) al posto di David Cremin. Il secondo lavoro "Lights Out In The Playground" non ripete assolutamente gli standard di "Shake Your Soul", nonostante un livello più che buono, ed è ovviamente destinato a fallire. Ci sarà una fugace reunion tra Keeling e Ponti nel 1997, che genererà un omonimo CD rilasciato dalla ormai defunta label tedesca MTM.
ALESSANDRO ARIATTI
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