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RUSSELL GUNS "MEDUSA" (2024)


 

Come un fulmine a ciel sereno, si concretizza la partnership tra due dei più grandi talenti della Los Angeles che conta, quella degli 80's ovviamente. Sto parlando di Jack Russell, indimenticabile voce degli altrettanto indimenticabili Great White, e di Traci Guns, autore di uno dei più grandi esordi street/glam di tutti i tempi con i "suoi" L.A. Guns. Difficile, comunque, scegliere per entrambi un album di riferimento, dato che la carriera delle rispettive band è un autentico concentrato di eccellenza. Personalmente, ho sempre avuto un debole per Jack Russell, timbrica unica e pathos espressivo difficilmente replicabile. Tuttavia, la sua vita è destinata ad una brusca "sliding door" dopo il terribile incendio al The Station, night club nel Rhode Island, mentre si stava esibendo con i Great White: un evento nefasto che costò la vita di 96 persone, tra cui lo stesso chitarrista del gruppo, Ty Longley. Spesso si tende a criticare Frontiers Records per i troppi progetti costruiti a tavolino, che durano un disco e poi finiscono nell'oblio, ma stavolta non credo che nessuno possa confessarsi dispiaciuto per la simbiosi tra due simili fuoriclasse. "Medusa" vede il contributo, in fase di scrittura, di vari esponenti della scena melodic rock, tra cui il grande Tommy Denander ed il "solito" Alessandro Del Vecchio, che si occupa anche di tastiere (prevalentemente Hammond) e produzione. Le composizioni sono buone, a tratti ottime, tuttavia il "problema" è proprio il tipo di suono adottato: troppo pulito, esageratamente levigato per valorizzare le identità artistiche di due icone del rock'n'roll più sanguigno e viscerale. La tambureggiante opener "Next In Line" è forse l'episodio maggiormente consono per le caratteristiche di Russell e Guns: ritmica graffiante, riff abrasivi, pianoforte alla Quireboys ed una linea vocale potente ed accattivante contemporaneamente. Nel melting pot tra le due star della situazione, si può comunque affermare senza timore di smentite che "Medusa" si posiziona più sul versante "Great" che non su quello "Guns". Vengono addirittura toccate corde AOR come "For You", "Give Me The Night" e "Living A Lie", nelle quali le melodie di Russell risultano nettamente più influenti e decisive rispetto alla sei corde di Traci. Onestamente non saprei dire quanto il chitarrista americano abbia gradito tracce di simil-melodic rock quali "In And Out Of Love" e "Back Into My Arms Again", ma quello conta è il risultato ottenuto: che, nei casi menzionati, è di sicuro rilievo per tutti gli amanti del genere. Ripeto, una produzione più "grezza" avrebbe innescato determinate dinamiche che, invece, vengono sacrificate sull'altare di una pulizia fin troppo ostentata. Questione di dettagli, me ne rendo conto, ma a volte sono proprio questi a fare la differenza.


ALESSANDRO ARIATTI




 

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