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VINNIE VINCENT INVASION "VINNIE VINCENT INVASION" (1986)

 



Vinnie Vincent, al secolo Vincent Cusano, fu colui che salvò letteralmente il culo ai Kiss di “Creatures Of The Night”. Non solo partecipò alle session di registrazione del succitato album, ma venne reclutato da Stanley e Simmons per il tour a supporto, dopo che l’inaffidabile Ace Frehley, in preda alle sue tipiche “crisi”, non si presentò nemmeno all’appello. Il talento di Vincent risultò talmente palese che la band newyorkese non ci pensò su un attimo per confermarlo nel successivo “Lick It Up”, il primo 33 giri dei Kiss unmasked. Tuttavia Vinnie non si accontentò di una semplice “partecipazione” al trademark gestito da Paul e Gene, voleva una vera e propria partnership, che ovviamente venne negata dai due. Da qui al licenziamento il passo fu breve, nonostante Vincent avesse firmato otto dei dieci brani di “Lick It Up”. La motivazione “comportamento immorale”, oggi come oggi, fa un po’ ridere, considerando il pulpito, ma tant’è. Ben lontano dalla rassegnazione di essere stato silurato da una band così importante, il chitarrista italoamericano non si perde d’animo: recluta il bassista Dana Strum, il batterista Bobby Rock, ed il vocalist Goran Edman, il quale ben presto abbandonerà il progetto in favore dell’ex Journey Robert Fleischmann. “Vinnie Vincent Invasion” esce per la Chrysalis Records nel 1986 e provoca reazioni a dir poco entusiaste. In effetti, si tratta di un album semplicemente straordinario, per qualità compositiva e virtuosismo realizzativo, tanto da oscurare qualsiasi uscita dei Kiss di quel periodo. Hair (molto hair) metal (molto metal) a livelli stratosferici, canzoni travolgenti come il singolo/video “Boyz Are Gonna Rock” (in cui compare già Mark Slaughter, che canterà sul successivo “All Systems Go”, anche se le parti vocali restano quelle di Fleischmann), la sensuale “Shoot U Full Of Love”, l’esplicita “Do You Wanna Make Love”: non voglio fare affermazioni altisonanti, ma raramente mi sono imbattuto in un disco del settore con una tale furia elettrica. Ogni componente del gruppo suona, e canta (nel caso di Robert), allo spasimo: riff devastanti, assoli esagerati ma fulminanti, vocalizzi tirati al limite dell’umano, ed un basso che “batte” come un cuore pulsante. “No Substitute” è una semi-ballad deliziosa nelle melliflua linea melodica, “Back On The Streets” un edulcorato slow dalle crepuscolari tinte bluesy, ovviamente trattate con l’estetica che compete al genere. La stessa “Back On The Streets” verrà poi ripresa anche da John Norum sul suo primo lavoro solista “Total Control”, con Goran Edman dietro al microfono: buona versione, ma è inutile persino precisare che la versione originale firmata Vinnie Vincent Invasion resta inarrivabile. Alcuni pezzi come “Animal” e “Twisted” erano state scritte da Cusano appositamente per il follow-up di “Lick It Up”, e di sicuro non avrebbero affatto sfigurato (anzi!) su “Animalize”, con quella loro vena vibrante, selvaggia e senza compromessi che ha caratterizzato la discografia dei Kiss dal 1983 fino al più patinato e radiofonico “Crazy Nights”. Mettiamola così, se dovessi indicare cinque album che meglio fotografano gli eccessi, artistici ed estetici, del genere in quegli anni, “Vinnie Vincent Invasion” non potrebbe assolutamente essere escluso dalla lista.


ALESSANDRO ARIATTI 






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