Il prog metal di inizio anni 90, nonostante la diffusione del meraviglioso "virus" newyorkese Dream Theater, ha radici profonde nel vecchio continente. Sarà perché nasce da una commistione di stili musicali (entrambi) fondamentalmente europei, ma i dati parlano chiaro. Gli Xerxes provengono addirittura dalla Svizzera, e dimostrano alcune contiguità artistiche con gli austriaci Mayfair, altra realtà che riscuote poco consenso nonostante album di qualità e personalità, come lo straordinario "Behind". Il primo ed unico disco del quintetto elvetico, dall'enigmatico titolo "Beyond My Imagination" viene registrato a gennaio 1993, presso i Gridline Studios di Basilea. Cinque pezzi, tutti superiori ai sei minuti di durata (fatta eccezione per l'outro recitata "To The Poet Of This World"), che raggiungono addirittura i 12 nel tour de force "Time For Revolution". Diciamo che gli Xerxes sono un gruppo che non può che provenire, nella sua interezza, dagli anni 90: il che non è necessariamente un male, specialmente se si sceglie di proporre una musica destinata fin dall'inizio ad una fruizione underground. Peraltro, fra le tracce di "Beyond My Imagination" si insediano reminiscenze folk assai marcate, che rendono il prodotto finale ancora più etereo ed intimista. Sono anni particolari, dove il metal viene oscurato dal mainstream, e quindi cerca di riciclarsi sotto altre forme, prediligendo canali di produzione e di distribuzione indipendenti (vedi l'etichetta tedesca WMMS, purtroppo defunta). L'alternarsi tra partiture più heavy e passaggi acustici, a tratti ai limiti del dark, rendono la proposta degli Xerxes una sorta di rituale pagano, da consumare attorno al fuoco in un bosco sperduto e fatato. Pochi brani in scaletta, come si diceva prima, eppure la sostanza prevarica nettamente la forma. Nel senso che la dinamica, melodica e strumentale, viene sempre asservita alla creazione di un particolare mood creativo, come nel gioco di chiaroscuri che caratterizza "The Thief From Darrenlow". Ovviamente il suono è artigianale, spartano: tuttavia il contesto si rivela talmente rustico e ruspante, oserei dire bucolico, da non richiedere alcun aggiustamento migliorativo. Il vento che apre l'iniziale "Longing" sembra calarci anima e corpo nelle Alpi svizzere: "un vento che può fare impazzire", sostiene il professor Donald Pleasance nell'indimenticabile Phenomena di Dario Argento, ambientato appunto in quella maestosa scenografia naturale. La title-track dell'opera, forse il momento più metal in assoluto, anticipa in qualche modo anche le tendenze di gruppi che avrebbero ottenuto un discreto successo, come gli eroici Falconer ed i bellicosi Tyr. Il tono del disco è armonioso, sognante, tanto che i 37 minuti che lo compongono passano in un batter d'occhio, come una salutare passeggiata silvestre, tra alberi rigogliosi ed animali in libertà. Ovviamente la carriera degli Xerxes non può essere di lunga durata, infatti "Beyond My Imagination" resta l'unica testimonianza ufficiale completa del quintetto elvetico, al netto di un primo demotape e di un EP ("Falling Leaves", 1997) che avrebbe dovuto rappresentare l'antipasto per un eventuale secondo lavoro. Mai uscito, ovviamente. Peccato.
ALESSANDRO ARIATTI
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