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REVOLUTION SAINTS "AGAINST THE WIND" (2024)

Non sembra, ma il progetto Revolution Saints compie dieci anni suonati. Del trittico iniziale, se ne sono già andati Jack Blades e Doug Aldrich (al loro posto Jeff Pilson e Joel Hoekstra), lasciando al batterista/cantante Deen Castronovo (Journey) l'eredità di un nome sicuramente importante nella sparuta cerchia dell'AOR moderno. Se proprio devo dirla tutta, trovo molto più ispirato questo nuovo "Against The Wind" rispetto all'ultima prova da studio dei succitati Journey, specialmente per la presenza di una dose di adrenalina rock clamorosamente latitante su "Freedom". La title-track e "Fall On My Knees", ad esempio, sono episodi agili e spigliati, che mantengono intatto il tratto stilistico originario, senza per questo puzzare di naftalina. Ancora meglio il singolo "Changing My Mind", col suo struggente chorus che Castronovo intona sulle frequenze di Steve Perry. Convince la semi-ballad "Can't End It Right Now", la quale ha il merito di non cadere nel trappolone del nazional-popolare americano trito e ritrito, come buona parte degli slow contenuti sull'ultimo Journey. "Lost In Damnation" alza il tiro nel refrain dal gusto quasi epico, sul quale avrei preferito una voce più nerboruta, tipo quella del signor Jeff Scott Soto. Scartato a sua volta da Neal Schon e soci in favore di Arnel Pineda: e preferisco non aggiungere altro. Molto accattivante il riff angolare di "Will I See You Again", davvero belle le tastiere predominanti di Alessandro Del Vecchio in "Show Me Your Light", mentre "Save All That Remains" è un hard rock melodico leggermente sincopato, che spezza opportunamente il ritmo di un disco sì bello, ma forse un pò troppo uniforme nella struttura. Chiude alla grande "No Turning Back", che giostra la sua efficacia tra l'etereo fraseggio della chitarra di Hoekstra e le keys di Del Vecchio. "Against The Wind" prosegue con sicurezza sulla linea artistica dei celebrati predecessori, aggiungendo un pizzico di sale nei ritornelli e nella dinamica ritmica. Nel genere, i Revolution Saints rimangono una certezza. 


ALESSANDRO ARIATTI 



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