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ECLIPSE "MEGALOMANIUM II"


Difficile pretendere cambiamenti da un disco che, fin dal titolo, si presenta come "sequel" del suo predecessore. In realtà, con la prima manifestazione di "megalomania", gli svedesi Eclipse avevano abituato eccome i propri fans alla "mutazione". L'hard rock melodico, da sempre propagandato dal gruppo, aveva infatti assunto connotati da mainstream, con richiami nemmeno troppo velati a sensazioni affini a Foo Fighters o Green Day. Un problema per gli integralisti, un'opportunità per chi vorrebbe rivedere determinate sonorità fare capolino nelle classifiche. Con un coefficiente accettabile di compromesso. "Megalomanium II" riprende esattamente dove la prima parte si era fermata, giusto un annetto fa. Che si possa andare "sul sicuro", gli Eclipse lo chiariscono subito con l'irruenza di "Apocalypse Blues", che ricicla pari pari quattro accordi di "I Was Made For Lovin' You", buttati lì nel mezzo giusto per indicare la via maestra. Si parlava di "compromessi", almeno dal punto di vista dell'appetibilità: certo che, con brani dall'irrefrenabile energia quali "The Spark" (primo singolo del disco), si ragiona a "pancia piena". Sfido chiunque a non lasciarsi trasportare da ritmica (debordante) e linea melodica (irresistibile): poco importa se Martensson e soci si affiancano pericolosamente a certe sonorità solitamente antipatiche ai fruitori del melodic rock, perché "l'effetto wow" è assicurato. Sarò ancora più esplicito: l'impatto adolescenziale di "Falling To My Knees" e "All I Want" può ricordare, con le dovute differenze temporali, i Bon Jovi versione "absolute beginners" dei primo 80's. La vena western/Morriconiana alla D.A.D., quella che ha reso celebre il brano "Viva La Victoria" tanto per capirci, torna a diventare una sentenza in "Until The War Is Over", con la sua polvere vintage che brilla come se fosse baciata dal sole del deserto. Se è indubbiamente vero che la parte seconda della "megalomania" non apporta sostanziali variazioni sul tema del primo capitolo, risulta altrettanto palese come la cifra compositiva esposta dagli Eclipse su "Pieces" o "To Say Goodbye" plachi la sete di energetico rock adulto applicato all'anno domini 2024.


ALESSANDRO ARIATTI





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