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FASTWAY "WAITIN' FOR THE ROAR" (1986)



Insoddisfatti delle scelte artistiche delle proprie band d'origine, rispettivamente Motorhead ed UFO, Fast Eddie Clark e Pete Way decidono di unire le forze per una nuova sfida. Il nome del gruppo deriva dall'unione dei due protagonisti, ovvero Fastway, e le premesse per "spaccare" di brutto ci sono tutte. Del resto, i due avevano avuto modo di frequentarsi in occasione della registrazione di "Under The Blade" dei Twisted Sister, in cui Way svolse il ruolo di produttore, e Clark apparve come ospite d'onore. Nonostante le rosee premesse, Pete Way abbandona il gruppo addirittura prima dell'uscita del primo ed omonimo album (fonderà i Waysted), che però vende decisamente bene, raggiungendo il tetto delle 500.000 copie vendute. La proposta dei Fastway è all'insegna di un hard rock palesemente blueseggiato, formula che viene ripresentata anche in occasione del secondo lavoro "All Fired Up". Il disco non ripete il consenso commerciale dell'esordio, tanto da costringere la band a rivedere i piani di battaglia per il prossimo futuro.

Nell'ottica di "tornare a rivedere le stelle", la scelta artistica appare pressoché obbligata: grattare via la vetusta patina blues e riverniciare il tutto a sfavillanti tinte class metal, un suono che nel 1985 sembra essere diventato una sorta di percorso obbligato verso "destinazione paradiso". Eddie non scrive neppure una nota per "Waitin' For The Roar", affidandosi alla penna dei compagni d'avventura, probabilmente più scafati per capire le necessità del pubblico giovane ed affamato di rock energetico ma, allo stesso tempo, programmato per un massiccio airplay.
Dentro pesanti dosi di synth, suonate dallo stesso produttore Terry Manning, che mette il becco anche in fase di songwriting; poi ci pensano Dave King (voce), Shane Carroll (seconda chitarra), Paul Reid (basso) ed Alan Connor (batteria) ad accompagnare Clarke nel decennio dell'edonismo e dell'estetica assurti a forma d'arte. Il primo singolo "The World Waits For You" viene gestito con insospettabile maestria da una band che sembra dedicarsi all'adult oriented rock da sempre, grazie al tappeto di tastiere che prepara il terreno alla drammatica linea vocale di King, prima che un chorus rutilante ne sentenzi l'efficacia. Il riff torbido e bollente di "Tired Of Your Love" unisce idealmente vecchi e nuovi Fastway, grazie ad un King spettacolare e perfettamente a suo agio nel suo ruolo di Robert Plant in versione AOR.

Si può dire che il ruolo di Eddie, nonostante il pedigree Motorhead, sia quasi più da special guest che da protagonista della situazione? Assolutamente, ma è proprio da questa disciplina "anti-egocentrismo" che si può misurare la statura di un'artista.
Per utilizzare un paragone calcistico, prima viene la squadra, poi la gloria personale.

Altra traccia nerboruta nella sostanza, eppure resa più "gentile" dalla forma prescelta, è sicuramente "Little By Little", con quel riff di chitarra che profuma tanto di hard rock Seventies. I Fastway vivono probabilmente il loro apice di popolarità in occasione di "Trick Or Treat", album studiato appositamente per fungere da colonna sonora al film "horror cult" anni 80 conosciuto in Italia come Morte A 33 Giri. La fiamma class/AOR continuerà a bruciare fino all'ottimo "Bad Bad Girls" (1990), anche se Dave King viene rimpiazzato da Lea Hart già su "On Target" del 1988.

Fu vera gloria per Eddie Clarke? Sicuramente non paragonabile a quella dei Motorhead soprattutto per impatto storico, tuttavia un disco eccellente come "Waitin' For The Roar" non è roba da tutti.


ALESSANDRO ARIATTI






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