Esistono fortunatamente ancora band che, pur partendo da "canovacci" artistici già noti ed esplorati, non si accontentano dell'ovvio. Gli statunitensi Blood Incantation fanno sicuramente parte di questo sparuto, ma illuminato, schieramento: ed il loro nuovo album "Absolute Elsewhere" ne conferma abbondantemente le ambizioni. Nonostante il successo di "Hidden History Of The Human Race", non abbiamo assistito ad una sua prosecuzione-fotocopia; anzi, il successore "Timewave Zero" era un oltranzista paesaggio ambient dove la cifra estrema veniva completamente messa in disparte. A domanda su come suonerà il nuovo disco, il quartetto americano risponde "come un prog rock anni '70, eseguito da una band death metal dei 90's". Detto così, significa tutto e niente, perché di progettualità ambiziose rimaste solo sulla carta sono pieni gli annali. Non è il caso di "Absolute Elsewhere". Iniziamo dall'impostazione: due brani di oltre venti minuti l'uno ("The Stargate" e "The Message"), a loro volta suddivisi in tre parti, definite "tablet". Non sono sinceramente d'accordo nel definire "geniali" i Blood Incantation, perché il mix tra metal estremo e progressive rock non è affatto una novità. Però si tratta di eccellenti "assemblatori", capaci di rendersi scorrevoli e tutto sommato anche abbastanza "orecchiabili" (per il genere proposto). Strepitoso, ad esempio, il lungo break space/prog alla Pink Floyd che spezza il furioso incipit stile Morbid Angel del primo tablet in "The Stargate": uno squarcio di infinito che non vorresti finisse mai. Fantastiche le ritmiche alla King Crimson del secondo tablet su "The Message", seguite da clean vocals che dipingono una melodia incastonata tra "Welcome To The Machine" e "Dogs" (sempre Pink Floyd). L'unico appunto che mi sento di rivolgere ad "Absolute Elsewhere" è la netta separazione tra l'aspetto estremo e quello più "atmosferico", come se si trattasse di due compartimenti stagni. Tuttavia credo che la trasformazione dei Blood Incantation sia ben lungi dall'essere completata, anche se "fare meglio" potrebbe risultare impresa assai ardua.
ALESSANDRO ARIATTI
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