"The Piper's Call" suona come una meditata ma feroce critica al "tutto subito" ed alla modalità "carpe diem" , che sembrano ormai diventati gli unici comandamenti da rispettare per ottenere soldi, fama e successo in tempo zero: quindi nessun riferimento all'amico "pifferaio" Syd Barrett, nonostante il titolo possa trarre in inganno. Affascinante il pop moderno/autoriale di "A Single Spark", addirittura incantevole quella "Between Two Points" cantata dalla figlia Romany (a star is born?), una illuminata cover dei misconosciuti The Montgolfier Brothers datata 1999. "Dark And Velvet Nights" alza invece l'asticella elettrica, e si candida a brano più movimentato ed epidermico dell'intero lavoro, mentre l'incipit di "Scattered" scatena "Echoes" da un remoto passato ("Meddle"), con i suoi rintocchi in dissolvenza: il solo finale di David lascia senza fiato. Scartando per evidenti motivazioni temporali i primi due album solisti (l'omonimo del 1978 ed "About Face" del 1984), "Luck And Strange" è, a mio parere, il miglior Gilmour del nuovo millennio. Se ciò non bastasse, i dischi dei Pink Floyd sono sempre lì ad imperitura gloria.
ALESSANDRO ARIATTI
Commenti
Posta un commento