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HIGHLIGHTS 2024


Come da tradizione, il mese di dicembre è il momento per celebrare l'anno che sta per chiudersi. Quale occasione migliore, infatti, per una rapida carrellata delle migliori uscite relative a questi dodici mesi appena trascorsi? Per quanto mi riguarda, un 2024 partito musicalmente col botto, seguito da una parte centrale decisamente fiacca, e da un finale chiuso quasi in gloria. Opinione personale, ovviamente: così come sono strettamente soggettivi i dieci nomi scelti qui sotto. Buona lettura. 


1 OPETH "THE LAST WILL AND TESTAMENT"


Concept dalle brume gotiche, perfetto per una buona sceneggiatura con relativa pellicola in costume. Akerfeldt rispolvera parzialmente il growling, dopo il filologico recupero progressive dei precedenti album. Più asciutto, come storia richiede, e quasi geometrico nella costruzione. 


2 THY CATAFALQUE "XII"


Se il metal 2.0 è diventato ormai un fenomeno "multimediale" (come tutto il resto), significa che continua comunque a vigere la vecchia regola della musica come "specchio dei tempi". Tamàs Katài ne esalta lo
 spirito, elevando questa nuova "forma mentis" ad espressione d'arte. Album totalizzante. 


3 NIGHTWISH "YESTERWYNDE"


"IL" disco dell'era Floor Jansen? Senza il minimo dubbio. Onirico ed ancestrale, "cinematografico" e variegato: Tuomas Holopainen sogna, poi dipinge "quadri" musicali delle sue esperienze oniriche. L'olandesona volante è un fenomeno (ma non è certo una sorpresa): "Yesterwynde" quasi. 


4 BLOOD INCANTATION "ABSOLUTE ELSEWHERE"


Quando i Blood Incantation arriveranno ad una maggiore fluidità stilistica, saranno "guerre stellari". Ma già ora è un gran bell'accontentarsi. Stangata morale per chi crede che i Nocturnus siano il non plus ultra dello space death. Qui siamo decisamente su un altro "pianeta". 


5 THE BLACK CROWES "HAPPINESS BASTARDS" 


Siamo tutti "felici" che questi due "bastardi" abbiano seppellito l'ascia di guerra. Hard rock 70's asciugato dall'eccesso di jamming, e proprio per questo dotato di un appeal bruciante fin dal primo ascolto. Quasi fosse un nuovo inizio per la band. Vedremo cosa riserverà il futuro. 


6 JUDAS PRIEST "INVINCIBLE SHIELD"


Ce ne vuole per criticare un album simile, soprattutto se gli autori sono gente con mezzo secolo di dischi sulle spalle. Eppure ho sentito anche questo. Lasciando da parte le idiozie da bar, riuscire a fare meglio di "Firepower" era impresa da campioni. I Judas Priest ci sono riusciti. 


7 DARK TRANQUILLITY "ENDTIME SIGNALS" 


Segnali per la fine dei tempi? I Dark Tranquillity assorbono le apocalittiche news e le rielaborano a loro modo, mixando metal estremo e melodia con la maestria che li contraddistingue da tre decenni. Oscuro ma struggente, imponente eppure di ascolto molto scorrevole. Alfa ed Omega. 


8 WARLORD "FREE SPIRIT SOAR" 


E chi l'avrebbe mai detto che ci sarebbe stata vita anche dopo la scomparsa di William Tsamis? Gli "eredi" del chitarrista americano preservano lo spirito originale dei Warlord, e lo riversano intatto  in un album che ha ben poco da invidiare a "Holy Empire". Sorprendentemente riuscito. 


9 BLACK COUNTRY COMMUNION "V" 


Se esistessero ancora oggi i Deep Purple Mark IV, probabilmente suonerebbero come i Black Country Communion. Un groove spietato per un vintage hard rock che non applica sconti verso tematiche di facile ascolto. Hughes, Bonham, Bonamassa, Sherinian: l'unico "supergruppo" in circolazione. 


10 GRAND MAGUS "SUNRAVEN"


"Sunraven" è la perfetta sintesi tra i Grand Magus doom/stoner degli esordi e quelli epic metal della seconda fase di carriera. Le due anime artistiche convivono sotto lo stesso tetto pacificamente, generando colate di heavy rock bellico e martellante. Una sintesi brillante.


ALESSANDRO ARIATTI

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