Il disco riceve recensioni quasi unanimemente positive, se non entusiaste. Tra i commenti più autorevoli quello di Louder: "Per quattro decenni Bryan Adams è stato il dio del rock radiofonico, il ragazzo della porta accanto dotato di un immenso talento per quei cori meravigliosi. Ogni tanto si è allontanato dalla strada maestra, ma proprio quando pensi che un'era è definitivamente tramontata, eccolo tornare alle sane, vecchie abitudini. Se ti consideri un fan del rock'n'roll, 'So Happy It Hurts' è un must". Ma l'articolo più significativo sull'album risulta essere probabilmente quello del The Daily Telegraph a firma di Sarfraz Manzoor, in seguito ad una conversazione via Zoom proprio con l'autore. "Quando si ricordano gli ultimi anni, è difficile sentirsi ottimisti. A meno che non ti chiami Bryan Adams! La rock star canadese ha, non so come, realizzato un disco pieno di canzoni divertenti, che solleveranno gli animi ed alzeranno i pugni in aria. Ascoltandole, ci si chiede come si possa vivere questo periodo con una simile allegria". Più chiaro di così, è impossibile. Eppure basta inserire il CD nel lettore per provare le medesime sensazioni. La title-track, posta in apertura, manifesta un'attitudine pop-rock riconducibile addirittura all'energia contagiosa di "Reckless". L'immancabile rapprentanza ballad è invece guidata da "Always Have, Always Will", replicata dalla già citata "These Are The Moments That Make Up My Life". Sorprendente, come sempre, l'incredibile tenuta temporale della voce di Bryan, che sembra esattamente la stessa di 40 anni prima: quella che aveva scandito le varie "Cuts Like A Knife" o "Heaven". Se conosceste qualcuno invecchiato meglio, vi prego di segnalarmelo, perché qui siamo veramente ai limiti del paranormale. Con "So Happy It Hurts", Adams dipinge nuovamente uno scenario rassicurante, un sicuro approdo sul quale contare quando si vogliono ascoltare rock graffianti o slow struggenti: insomma, dei classici. Buoni per qualsiasi stagione, corroboranti anche nei momenti più difficili.
ALESSANDRO ARIATTI
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