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MICHAEL ROMEO E LA GUERRA DEI MONDI


I Symphony X sono molto apprezzati in Italia, tanto che la loro prolungata assenza dalle scene discografiche (ormai dieci anni) sta mettendo a dura prova la pazienza di chi vorrebbe finalmente ascoltare il seguito di "Underworld". Bisogna però dire che, nel frattempo, l'indiscusso ed indiscutibile leader della band, Michael Romeo, non è rimasto con le mani in mano. Dice il chitarrista: "I Symphony X si sono presi un periodo di pausa, perché i ragazzi vogliono dedicarsi anche a cose personali, ed a progetti propri". Certo, probabilmente nemmeno lui si sarebbe aspettato un simile break temporale, ma anche l'incidente occorso al cantante Russell Allen concorre a dilatare a dismisura i tempi di attesa. Fra gli Adrenaline Mob ed il coinvolgimento, decisamente impegnativo, con la macchina da soldi Trans Siberian Orchestra, il ritorno del gruppo è solo una chimera. È così che Romeo, notoriamente prolifico songwriter, si ritrova con un'abbondanza di materiale assurda. Impossibile posticiparne ad oltranza la pubblicazione. Quando esce la parte prima di "War Of The Worlds", il chitarrista italo-americano dichiara: "La musica composta è veramente tanta, e mi trovo costretto a dividerla in due album. L'ispirazione proviene dal libro La Guerra Dei Mondi di HG Wells, tuttavia mi sembrava ridicolo parlare ancora di alieni, astronavi e robe simili. Ho ipotizzato che i 'mondi' fossero quello della politica, della religione, della finanza, per dare un taglio più moderno alla narrazione". Il primo capitolo di "War Of The Worlds" vede lo sconosciuto Rick Castellano alla voce, John Macaluso alla batteria e John JD De Servio al basso: nessun tastierista fisso, perché il ruolo viene occupato da Michael stesso. Come prevedibile, per un titolo così evocativo, la componente "cinematografica" aumenta a dismisura rispetto ai Symphony X, con le orchestre (virtuali) che diventano a loro volta un perno su cui poggia la struttura di alcune canzoni. Non che il mood sia molto differente rispetto a quello della band-madre, poiché la chitarra downtuned di Romeo e le rispettive ritmiche si appellano ad una sorta di power-prog/thrash assimilabile al post "The New Mythology". Canzoni come "Fear Of The Unknown", "Black" e "Djin" replicano senza problemi il dark sound di "Paradise Lost", aggiungendo maestosità negli arrangiamenti. L'elemento inedito è invece rappresentato dal dubstep che infarcisce la cibernetica "Fucking Robots", eppure l'esperimento funziona (incredibilmente) alla grande. Il disco viene accolto in maniera molto positiva, tuttavia Romeo aspetta quattro anni per pubblicare il seguito.


Vuoi per la pandemia che blocca il mondo, vuoi per l'aura da perfezionista che "perseguita" Michael, la seconda parte della Guerra Dei Mondi ha bisogno dei suoi tempi. Esce Castellano, entra la "belva" Dino Jelusic, forse l'unica voce attualmente in circolazione che può competere con quella di Russell Allen. Confermatissimi, invece, De Servio e Macaluso al basso ed alla batteria. L'eredità Symphony X suona ancora più manifesta rispetto al primo capitolo, tanto che l'imprinting della chitarra sembra letteralmente indistinguibile. L'epica da soundtrack Hollywoodiana punta la prua verso elementi distopici, che diventano i protagonisti di tracce killer quali "Divide & Conquer", "Metamorphosis" e "Parasite". Jelusic si conferma il giovane fenomeno che ha stregato persino David Coverdale, e la sua performance in "Destroyer" rasenta addirittura la "fantascienza". Dice Romeo: "Per Rick non si tratta assolutamente di una bocciatura, volevo soltanto cambiare pelle al suono e mi serviva un altro cantante. Nonostante i pezzi siano stati scritti praticamente in contemporanea, mi sembrava giusto offrire due visioni differenti agli ascoltatori". È notizia piuttosto recente quella del ritorno sui palchi dei Symphony X, quindi la War Of The Worlds "experience" è destinata a rimanere quasi sicuramente un mero progetto da studio. Da riscoprire e gustare nella sua interezza, però: questo è poco ma sicuro.




ALESSANDRO ARIATTI 

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