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Visualizzazione dei post da maggio, 2025

BEHEMOTH "THE SHIT OV GOD" (2025)

In ambito extreme metal, credo che ben pochi possano vantare, ed aver vantato anche in passato, il livello di popolarità di Adam Darsky, in arte Nergal. La sua è ormai diventata una figura quasi istituzionale dell'anti-sistema, il che può essere considerato praticamente un ossimoro. "Con questo nuovo album sono un po' voluto tornare a suoni più semplici, senza troppe sovrastrutture. In fondo io ascoltavo Slayer, Mayhem, Morbid Angel ed Iron Maiden" dice il leader dei Behemoth. Con queste premesse, era ovvio attendersi da "The Shit Ov God" (classico titolo provocatorio) una marcia indietro, quantomeno parziale, rispetto alle ultime due uscite da studio. Diciamo che la solita produzione "grandesque" di Nuclear Blast non favorisce rigurgiti HM primitivi: la batteria sembra una mitragliatrice impazzita, che ingigantisce a dismisura l'impatto dei 38 minuti di musica qui presenti. Assieme alla teatrale voce "blackened death" di Nergal, post...

DEATH SS "THE ENTITY" (2025)

Ed anche per i Death SS arriva il momento fatidico del concept album. Un passo che, se non compiuto in condizioni di lucidità mentale ed efficacia compositiva, rischia di diventare il classico boomerang. Steve Sylvester riunisce la sua accolita di "indemoniati" sotto lo storico banner (ormai 50 anni di storia!) quasi in concomitanza dell'uscita dei nuovi numeri 1 delle classifiche USA. Sto ovviamente parlando dei Ghost, che hanno conquistato la vetta con lo strepitoso "Skeletà", ed il cui leader identifica proprio nei Death SS una delle principali fonti ispirazionali. Esiste addirittura un video su YouTube dello stesso Tobias Forge in cui elenca i "dischi della vita", tra le cui fila compare in pompa magna "Heavy Demons". Accanto, è bene precisarlo, ad Iron Maiden e Metallica. Non che la band di Sylvester abbia bisogno di certificati di qualità, ma sicuramente si tratta di un corroborante attestato di stima. Dopo "Resurrection" e ...

PINO SCOTTO "THE DEVIL'S CALL" (2025)

Per la sua incredibile e proverbiale longevità artistica, Pino Scotto dovrebbe al diavolo qualcosa di più di una manciata di canzoni. Tuttavia le cose cambiano se quell'album viene esplicitamente dedicato al "dio blues", quel genere che, per storicità ed identità culturale, viene associato da sempre a messer Satanasso. Il titolo "The Devil's Call" deriva proprio da questo riferimento socio-stilistico, non certo per una improvvisa conversione del celebre cantante milanese al "lato oscuro" della forza. Sono passati cinque anni abbondanti dal suo ultimo lavoro in studio, quel "Dog Eat Dog" a cui i ripetuti lockdown pandemici tarparono immediatamente le ali del consueto tour. Chiusura dopo chiusura, coprifuoco dopo coprifuoco, Scotto si ritrovò pertanto a programmare da casa interviste promozionali in streaming, per diffondere il verbo di uno dei suoi dischi più vari e riusciti. Un'autentica tortura per chi, come lui, è abituato a macinar...