Ci siamo occupati giusto un anno fa del debutto degli Holler, intitolato significativamente "Reborn". Una tempistica da non prendere sottogamba, perché difficilmente si possono ancora trovare in giro delle band con una frequenza di pubblicazione così serrata. Non so se sia per l'entusiasmo generato dalla nuova situazione di Terence, dopo lo split con gli Eldritch, oppure da sovrabbondanza di materiale accumulato. Magari sarà lo stesso vocalist italo-americano a chiarire le dinamiche di scrittura con una seconda, gradita chiacchierata su queste frequenze. "Next In Line" ha il compito di non far rimpiangere un disco davvero super-riuscito come il succitato "Reborn"; e, se possibile, alzare ulteriormente l'asticella della qualità. Ci riesce? Diciamo che un dato inoppugnabile è il consolidamento dello stile: quel rock/hard rock melodico 80's al quale Terence risulta legato a doppia mandata, anche per via dei suo trascorsi di vita newyorkesi. Seconda considerazione: stabilita la continuità stilistica, gli Holler si permettono alcune divagazioni che ne arricchiscono la proposta. Intanto il gruppo è diventato un sestetto, con l'innesto di una seconda chitarra, nella persona di Luca Fuligni, tuttavia la "barra" di comando compositiva viene saldamente conservata tra le mani del duo Terence/Matteo Chimenti (tastierista e sublime arrangiatore). "Reborn" aveva fatto centro in virtù della sua vitalità, una percepibile "gioia di suonare" ciò che si sarebbe probabilmente voluto eseguire da tempo, al di là degli impegni gravosi con gli Eldritch. "Next In Line" è un'ulteriore progressione, nonostante il breve periodo trascorso dal suo predecessore: "A Miracle" e "Trust" rappresentano probabilmente i due episodi maggiormente contigui alle tematiche AOR-ish incastonate nel puzzle di "Reborn", con le loro dinamiche ora vellutate (la prima) ora energetiche (la seconda). Ma è la voce stessa di Terence, densa di sfumature oscillanti tra rock, soul e metal, ad invitare il gruppo a spingersi anche su sentieri fino ad ora poco battuti. Non solo la cover (molto originale) "Chandelier" di Sia, ma anche la più spinta "Crystal Eyes", che va a bilanciare gli impulsi ballad-esque di "The Ocean" e dell'intensamente drammatica "Don't Fool Me". Tra una "Stormy" dalla verve simil-Toto (non a caso scelta come video-singolo), "24 Seven" e "The Leader" che gettano le braccia verso tentazioni progressive, "Next In Line" conferma gli Holler come una delle più interessanti "nuove"/vecchie proposte dell'ultimo lustro.
ALESSANDRO ARIATTI
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