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DEMON "INVINCIBLE" (2024)

 


Difficile chiedere qualcosa di più di un "buon disco" ai Demon, almeno nel 2024. A circa 45 anni da "Night Of The Demon" e dal suo follower "The Unexpected Guest" (a mio modesto parere il loro apice assoluto), a 8 dalla loro ultima prova da studio, è già un miracolo riascoltare Dave Hill e "nuovi soci" in un'opera di materiale completamente inedito. Peraltro non vorrei essere preso per "visionario", ma credo che il nuovo "Invincible" abbia tutte le caratteristiche per piacere non solo ai vecchi fans, ma anche ad una fetta di pubblico più giovane, magari affascinato dalla commistione tra hard rock e melodia da parte dei Ghost. Sarà un'impressione, ma ritengo che canzoni come "In My Blood" e "Beyond The Darkside" non sarebbero sembrate affatto fuori luogo in album dai riscontri best selling come "Prequelle" o "Impera". Ovvio che la voce del 76enne Hill suona molto meno pop rispetto al giovane Tobias Forge, e ci mancherebbe! Se "Hole In The Sky" e "Face The Master" possiedono infatti quel tocco di spiritualità che ha reso grandi i Black Sabbath periodo "Headless Cross", con "Ghost From The Past" riecheggiano colpi di teatro alla Savatage di fine 80's. "Break The Spell" autorizza invece nuovamente paragoni con i "Fantasmi" svedesi, grazie ad un utilizzo particolarmente vintage di tastiere e cori, assai prossimo a quello sciorinato senza indugi di accuse retro' nel loro hit "Spillways" (dal già citato "Impera"). Sono lontane anche le contaminazioni progressive "avant garde" che avevano caratterizzato il visionario "The Plague", oppure le epiche dinamiche appannaggio di dischi incredibilmente sottovalutati come "Breakout" e "Taking The World By Storm". Su "Invincible" si ricerca invece palesemente l'equilibrio tra sostanza hard rock e forma AOR, il tutto sempre in "chiave Demon". Peccato solo che, difficilmente, questa collezione di brani potrà godere di un airplay proporzionato al potenziale, soprattutto alla luce di una revival Eighties sempre più invadente. Un esempio su tutti di questo pressante "trend" sono i valorosi Lucifer, precedentemente trattati sul blog. Hill non può più permettersi di ruggire sul pentagramma come il vecchio leone di "Life On The Wire", eppure rimane ancora oggi, nonostante le quasi 80 primavere sulle spalle, una delle ugole più distintive e "policrome" della scena. Decisamente riuscita anche "Rise Up", con la sua ritmica incalzante ed una linea melodica assai semplice, seppur estremamente efficace. Non so se ai Demon possa essere rilasciato l'appellativo di "invincibili", visto un seguito di pubblico da ascrivere sempre in "quota cult": ma integrità artistica e qualità compositiva di Dave Hill non possono minimamente essere messe in discussione. 

ALESSANDRO ARIATTI 






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