Sono passati 30 anni dall'ingresso di Blaze Bayley negli Iron Maiden al posto di Bruce Dickinson. Una delle sostituzioni più assurde ed illogiche che il mondo del rock ricordi. Tornato alla sua "dimensione" da club, dopo l'inevitabile allontanamento, il cantante inglese è stato indubbiamente bravo a costruirsi una carriera solista di tutto rispetto, che prosegue in maniera piuttosto convincente anche col nuovo lavoro da studio "Circle Of Stone". Nel refrain della bella opener "Mind Reader", Blaze canta orgogliosamente "possono mettermi al tappeto, ma io non resterò giù": ed effettivamente, chi più di lui può permettersi una simile dichiarazione d'intenti? All'epoca dei "suoi" Iron Maiden, i social erano solo un minaccioso puntino all'orizzonte, ma non oso immaginare la merda che gli avrebbero tirato addosso oggi. Che piacciano oppure no "The X Factor" o "Virtual XI", che piacciano oppure no i dischi post reunion di Harris e soci, bisogna ammettere che Bayley ha comunque lasciato un segno nell'approccio al songwriting della storica band inglese. I brani lunghissimi, che molti fans della prima ora faticano a digerire, sono infatti tutti "figli" di quella "The Sign Of The Cross" che gettò nel panico la base dura e pura del pubblico. Ricordo ancora che un caro amico, appena Blaze iniziò ad aprire la bocca nel brano, esclamo' testualmente: "sembra un vecchio!". Ed al di là di una rivalutazione postuma, posso assicurarvi che, al tempo della sua uscita, "The X Factor" non piacque a nessuno. Ma proprio a nessuno! Senza considerare "l'accoglienza" dal vivo, con la gente che doveva sorbirsi i classici scritti per la voce di un "soprano" (Dickinson) da parte di un "baritono". In questo senso, gli Iron Maiden sono passati dal sogno all'incubo per il povero Bayley, e non era affatto scontato che riuscisse a mettersi tutto alle spalle. Invece eccolo qua, a distanza di 25 anni dal suo licenziamento, ancora in sella e determinato delle proprie capacità. Oltre alla già menzionata "Mind Reader", sicuramente il pezzo dall'appeal più immediato (alla "Futureal" per capirsi), "Circle Of Stone" si lascia ascoltare con piacere. Ci sono brani come "Ghost In The Bottle", la cui struttura a metà tra l'epico ed il malinconico potrebbe tranquillamente appartenere agli Iron Maiden periodo 95/98; così come si possono trovare alcune perle autobiografiche quali "Broken Man", dove Blaze racconta il suo passato con gli occhi di oggi. Il cantato su quest'ultimo brano è intenso e dimesso allo stesso tempo, favorito dal solito vibrato drammatico. Molto riuscite anche "A Day Of Reckoning" e "Rage", ed è in questo tipo di composizioni che mi convinco sempre più di una cosa: il gruppo giusto per Bayley sarebbero stati gli Iced Earth, in sostituzione di Matthew Barlow. La controfigura di Dickinson avrebbe dovuto spettare ad altri protagonisti, con caratteristiche ben differenti. Lungi dal gettare la spugna, dopo il serio problema al cuore che lo ha recentemente fermato per qualche tempo, Blaze inanella l'ennesimo lavoro da esibire nel suo ricco palmares. Bravo.
ALESSANDRO ARIATTI


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