Semmai esistesse qualcuno che sognasse dei Bad Company in versione hair metal, non credo vi sia nessuno più dei primi Tangier che ne possa incarnare l’essenza. La band di Paul Rodgers, Mick Ralphs e Simon Kirke, sull’onda del successo mondiale di “Can’t Get Enough”, pluripremiato ed universalmente teletrasmesso singolo da spot pubblicitario, ha sempre riscosso maggior successo negli States che in Europa. Il piglio radiofonico del debutto omonimo, di “Straight Shooter” o “Run With The Pack” sottendono ai gusti americani più che a quelli del Vecchio Continente, ancora legati alla patina blues dei Free di un “Tons Of Sobs” o di un “Fire And Water”. Non si può dare torto né agli uni né tanto meno agli altri: trattasi di eccellenze più dissimili nella forma che nella sostanza, ma questi sono discorsi che solo i reali intenditori possono carpire. Gli stessi Bad Company di quegli anni innescano una serie di album più vicini ai Foreigner che non a sé stessi, e se l’accusa di “spersonalizzazion...
Nel 2025 l’heavy metal festeggia 45 anni di onorata presenza sulle tavole dei musicofili. Chi l’avrebbe detto? Praticamente mezzo secolo di chitarre pesanti, ritmiche anfetaminiche, voci squillanti e tutto il “parlamentario” annesso che accompagna solitamente la descrizione sommaria del genere. Personalmente credo infatti che tutto parta da quel 1980 che vede uscire “robetta” tipo il primo Iron Maiden, “Heaven & Hell”, “Blizzard Of Oz”, “British Steel”, “Back In Black”, e chi più ne ha più ne metta. Prima dell’annata in questione, e precedentemente alla divulgazione “urbi et orbi” della NWOBHM, non esiste una “stampa specializzata”, né ufficiale (riviste) né ufficiosa (fanzine). Lo stesso dress code del metal kid, con tanto di chiodo e toppe delle band preferite, è un’usanza che prende piede negli Eighties, non prima. La potenza di fuoco che si sprigiona dall’Inghilterra infetta ben presto anche gli USA, sempre in prima fila nell’adottare tendenze nuove e rimodellarle a proprio uso...