"Chosen", ovvero il prescelto. E che Glenn Hughes sia un eletto, ci sono pochi dubbi. Dai Deep Purple ad una sporadica apparizione nei Black Sabbath, dai suoi Trapeze ai Black Country Communion, ultimo prototipo di supergruppo 2.0. Glenn ha una voce talmente caratterizzante, una personalità artistica così debordante, da trasformare a propria immagine e somiglianza ogni cosa che tocca. Persino i The Dead Daisies, band dall'identità ben precisa, col suo ingresso ne assorbono le peculiarità funky/soul, tanto da rendere "Holy Ground" e "Radiance" quasi due album solisti di Hughes. Forse entrambe le parti se ne accorgono e, per un mutuo quieto vivere, decidono di separarsi per il superiore bene comune. Glenn si concentra così sul nuovo lavoro dei rinati Black Country Communion (lo splendido "V", che abbiamo trattato a dovere lo scorso anno sul blog https://dejavurockmetal.blogspot.com/2024/07/black-country-communion-v-2024.html?m=1), viatico ideal...
Il debutto solista di Glenn Tipton, una delle due "six strings" storiche dei Judas Priest, esce in un periodo particolarmente delicato per la band "madre". Dopo il tour di "Painkiller", è infatti noto l'abbandono di Rob Halford, fulminato sulla via di Damasco dal groove metal dei Pantera, e desideroso di provare ad imboccare quella strada per conto proprio. Così il cantante forma i "suoi" Fight, con i quali presenta la personale rilettura di "Cowboys From Hell"/"Vulgar Display Of Power" grazie all'ottimo "War Of Words". Dal canto loro, i quattro superstiti impiegano una vita nel trovare in Tim "Ripper" Owens il sostituto dell'iconico vocalist, al quale viene peraltro consegnato del materiale molto simile al songwriting dei succitati Pantera. Mi riferisco ovviamente al discusso "Jugulator", anno 1997. Lo stesso, ma con qualche mese di anticipo, di questo "Baptizm Of Fire", sor...