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DIO "DREAM EVIL" (1987)

Il fuoco e le fiamme del tour di " Sacred Heart ", con tanto di drago annesso, sono soltanto un lontano ricordo. È tempo di maggior sobrietà, ma soprattutto di fare i conti con una carriera che sembra iniziare a scricchiolare in termini di popolarità. La repentina fuga di  Vivian Campbell , che si aggregherà prima al carrozzone hair metal dei  Whitesnake , poi ai  Def Leppard  orfani di  Steve Clark , senza dimenticare la deliziosa parentesi hard blues dei  Riverdogs , costringe  Ronnie James Dio  a rivedere i propri piani. La chitarra vacante viene imbracciata da  Craig Goldy , con un passato prossimo nei  Giuffria , ed il tour di "Sacred Heart" viene completato proprio grazie al suo ingresso in formazione. Campbell e Dio non si parleranno mai più, anzi gira sulla rete uno spezzone di Ronnie mentre firma autografi ai fans, in cui definisce Vivian " a fuckin' asshole ", aggiungendo la poco simpatica postilla " I hope he fuckin' dies ". Do
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SAVATAGE "STREETS" (1991)

Stappato lo champagne di Broadway con "Gutter Ballet" (1989), i Savatage capiscono di sentirsi perfettamente a proprio agio tra orchestrazioni e sinfonie, sempre ovviamente filtrate attraverso impellenti rasoiate metalliche. Passano due anni dal precedente capolavoro e, nell'autunno 1991, viene dato alle stampe un nuovo capitolo da studio: "Streets". Fin dall'aristocratica copertina in "sangue blu", si capisce che la scelta stilistica non ha intenzione di cambiare affatto rispetto al blasonato predecessore. Anzi, quale migliore viatico di un concept album per ribadirne la magniloquente vena espressiva? I Savatage, ed in particolare "Big" Jon Oliva, non dimenticano tuttavia le proprie radici stradaiole: infatti, ben lungi dal comporre una "piece" politically correct, il cantante opta per una storiaccia di droghe e perdizione, il cui protagonista DT Jesus sembra tanto rivestire le sue sembianze. Autobiografica? Beh, fino ad un cer

WAYNE "METAL CHURCH" (2001)

Ognuno ha una propria idea sui  Metal Church , me ne rendo conto. La mia è piuttosto netta e, se vogliamo, decisamente oltranzista. Si sintetizza sostanzialmente con uno slogan: " no David Wayne, no party ". Non che, dopo l'abbandono del carismatico cantante, la band abbia iniziato a produrre schifezze, ci mancherebbe. Nessuno può ovviamente mettere in discussione la bontà di un " Blessing In Disguise " o di un " The Human Factor ", ma personalmente mi chiedo: dov'è finita la rabbia belluina dell'omonimo esordio, immortalata dalla celebre chitarra zombie? In quale anfratto maligno si è nascosta la maniacale attitudine di " The Dark "? Qualcuno potrebbe veramente pretendere di mettere a confronto le vocals pulite di  Mike Howe  (RIP) con il "cannibal holocaust" inscenato da  David Wayne  nelle varie " Ton Of Bricks ", " Start The Fire " o " Method To Your Madness "? Pochissimi altri gruppi, alla

INCONTRI CON DIO

Dal punto di vista "giornalistico" (virgolette d'obbligo), credo di essere stato un uomo fortunato. Ultimamente leggo cose deliranti da parte di qualche frustrato da tastiera che "avrebbe voluto esserci", ma che all'epoca nessuno si è mai filato di striscio. Roba tipo che gli scribacchini di una volta potevano vantare chissà quali privilegi ed amenità simili. Cazzate che solo l'ignoranza dei social può bersi, fino all'ultima goccia di falsità. Io ricordo tante trasferte a Milano, tante telefonate negli USA (quando costavano un occhio della testa), puntualmente mai rimborsate dall'editore di turno. Personaggi scaltri che vivevano sulla passione dei collaboratori per confezionare, possibilmente, un buon prodotto. Il tutto a costo quasi zero, al netto di quelli di stampa, distribuzione, ed un riconoscimento economico molto saltuario. Perché, dunque, mi definisco "fortunato"? Semplicemente perché, grazie a questa passione (ancora questa par

LE MILLE FATICHE DI LITA: DAL PUNK ROCK DELLE RUNAWAYS AL RED CARPET DI "KISS ME DEADLY"

In principio furono le Runaways. Dalla natia Inghilterra, Carmelita Rossana Ford, papà britannico e mamma italiana, si è già trasferita a Long Beach, California. Ed è proprio verso la metà degli anni 70 che a Kim Fowley, produttore, cantante e discografico, viene in mente un'idea rivoluzionaria (almeno per l'epoca): una rock band composta da sole donne. Anche il nome proposto è piuttosto d'impatto, The Runaways, ovvero Le Fuggitive. Della combriccola "rosa" fanno parte appunto Lita Ford e Joan Jett alle chitarre, Jackie Fox al basso, Sandy West alla batteria, e l'iconica Cherrie Currie alla voce. Al di là del fattore novità, le cinque scavezzacollo non passeranno certo alla storia per la qualità eccelsa delle loro uscite. Il rock duro, irrorato di primi sintomi punk, non brilla per particolare talento (sia tecnico che compositivo), tanto che The Runaways saranno ricordate più per essere state delle "prime mover" che non per le canzoni contenute nei l

COMPLOTTO IN FAMIGLIA: "CONSPIRACY" CONCLUDE LA SAGA DI "THEM"

Le brume gotiche di "Them" (1988), perfetto plot per un B-movie da Hammer Production, non sono state sufficienti. È il 1989 quando King Diamond, il prime mover del concept inserito in contesto metal con "Abigail" (1987), annuncia che il nuovo album "Conspiracy" altro non sarebbe stato che la continuazione, e conclusione, della storia narrata sul disco precedente. Avevamo lasciato il protagonista (il cui nome risponde ovviamente a King) sconvolto per una telefonata dall'aldilà, attraverso cui la malefica nonna gli intimava di tornare ad Amon, la magione teatro degli infausti eventi narrati in "Them". "Grandma" fu uccisa dallo stesso King, come estrema punizione per aver causato la morte della sorella Missy, attraverso l'evocazione degli spiriti che albergavano la casa maledetta. Un atto che gli costò l'internamento in manicomio per ben 18 anni. Ora King si è impossessato di Amon, ed il suo desiderio più grande è quello di riv

ACCEPT "HUMANOID" (2024)

Mi permetto un piccolo excursus personale riguardo agli Accept. È l'anno 1993, ed il mondo del metal celebra la reunion della band che tanti capolavori ci aveva regalato nel corso degli 80's. Telefonai al mio negozio di fiducia, e chiesi se fosse già disponibile "Objection Overruled": questo il titolo del loro come-back in pompa magna, con il rientro dello storico singer Udo Dirkschneider in formazione. La risposta fu "si, ma è stato stampato solamente in versione cd". Il sottoscritto, da sempre molto sospettoso nei riguardi delle trans-izioni tecnologiche, fu costretto a capitolare. Io ero uno di quelli che, ancora, si rifiutava di passare al "comodo" lettore ottico, e che aveva resistito sui bastioni del formato LP/33 giri. A quel punto, mi trovai costretto ad acquistare il supporto fisico nuovo (per l'epoca) SOLO per avere l'opportunità di ascoltare un album che attendevo da così tanto tempo: esattamente da "Russian Roulette" (