Passa ai contenuti principali

Post

Visualizzazione dei post da ottobre, 2024

STRANI E BELLI: LA METAMORFOSI DEI CRIMSON GLORY

Al di là di pregiudizi e facili ironie, l’heavy metal non e’ mai stato un genere monotono e stantio. Tantomeno nei gloriosi anni Ottanta, quando sul piatto del giradischi potevi trovare i prodotti di Def Leppard o Faith No More, Cinderella o Kings’ X, Slayer o Prophet. E provate ad individuare voi qualche analogia. Quello che proprio il metal fan non riesce a perdonare e’ ‘il tradimento’, il diventare qualcos’altro da sé. In parole povere, la migrazione di una band verso lidi artistici diversi da quelli orginari. Sotto questa implacabile scure sono caduti nomi altisonanti: Metallica, Judas Priest, Motley Crue, Iron Maiden e tanti altri. Figuriamoci se, dalla gogna pubblico/mediatica (due aggettivi che spesso coincidono nel giornalismo musicale, specie in quello metal: e questo a volte costituisce un problema) poteva essere risparmiata una delle cult band per eccellenza, i Crimson Glory. Reduci da due strepitosi album di metallo epico, progressivo ed elegiaco allo stesso tempo, il combo...

DARE "ROAD TO EDEN" (2022)

Come molti altri gruppi che hanno avuto la "sfortuna" di esordire con un capolavoro assoluto del proprio genere di appartenenza, anche i Dare devono da sempre fare i conti con la gigantesca ombra di "Out Of The Silence" (1989). Un'ombra che, con il suo leggendario alone, oscura tuttora la qualità assoluta di altri grandi dischi rilasciati dal gruppo negli ultimi tre decenni. Uno su tutti il favoloso "Calm Before The Storm" (1998), che segnava il loro ritorno sulle scene dopo il buono, ma francamente spersonalizzante "Blood From Stone" (1991): quest'ultimo davvero troppo sbilanciato sul versante class metal dell'epoca. Successivamente, a Darren Wharton e soci è stata spesso imputata la colpa di aver esagerato nello spingere eccessivamente sulla vena celtic-pop, condita da riferimenti nemmeno troppo velati ai Pink Floyd di David Gilmour. Accusa in parte vera, anche se un lavoro come "Beneath The Shining Water" (2004) può conta...

JOE LYNN TURNER "BELLY OF THE BEAST" (2022)

Quindici anni sono molti, e non solo in ambito musicale. Tanto è il tempo intercorso tra l'ultimo album in studio di Joe Lynn Turner ("Second Hand Life") ed il suo erede "Belly Of The Beast". Tutti, o quasi, conoscono il leggendario frontman americano come "uomo del melodic rock/AOR", traghettatore di Rainbow, Malmsteen, Deep Purple, ma anche raffinato "dicitore" solista. Pochi, invece, si sarebbero probabilmente aspettati un cambio di marcia come questo. Via la parrucca, ancora feticcio irrinunciabile per molte star che non riescono a fare i conti col tempo che passa, ma soprattutto avanti con uno stile finora "inedito" per Joe. Chiamatelo melodic metal, se volete, di certo l'incontro con Peter Tagtren si è rivelato determinante per materializzare la nuova aura artistica di Turner, decisamente tendente al nero. "Viviamo nel sistema della Bestia", ha detto il cantante in una delle interviste promozionali al disco: un s...

INTERVISTA A BEPPE RIVA

C'è stato un tempo in cui le riviste musicali hanno rappresentato un significativo fenomeno di formazione personale e culturale, ed in cui la definizione "giornalista" non era affatto un termine usurpato. Anzi, restando nell'ambito delle sette note, c'è una persona che, più di tutte, ha esercitato un impatto decisivo. Sia nell'indirizzo degli ascolti che successivamente, almeno per quanto mi riguarda, nel ruolo di scribacchino. Il suo nome è Beppe Riva. E direi che non serve aggiungere altro. La parola al Maestro. Ciao Beppe. Innanzitutto grazie di aver accettato l'invito per questa chiacchierata. Per me, che ti seguo dai tempi degli inserti Hard'n'Heavy di Rockerilla, è un vero onore. Inizierei però dal presente: cosa ha spinto te e l'amico/collega storico Giancarlo Trombetti ad aprire www.rockaroundtheblog.it? Ciao Alessandro, grazie a te delle belle parole. L'ipotesi del Blog era in discussione da tempo; l'intento era quello di ritag...

HOUSE OF LORDS "FULL TILT OVERDRIVE"

La collaborazione tra James Christian, rimasto unico padre/padrone degli House Of Lords, e Mark Mangold (American Tears, Touch, Drive She Said, The Sign, Keys), songwriter sopraffino e straordinario tastierista, aveva già portato i primi importanti frutti su "Saints And Sinners" del 2022. Non un album perfetto, certamente non accostabile ai migliori episodi della band, eppure nettamente superiore alle loro ultime prove, sempre più che sufficienti ma invero un pò standardizzate. Lo dico chiaro e tondo, essendo cresciuto prima con i Giuffria e poi con gli House Of Lords di Gregg: che il gruppo non avesse un tastierista fisso, dal nome importante e con caratteristiche ben precise, per me era un insulto alla loro storia. Come se i Deep Purple si privassero di un keyboards player per affidarsi a suoni campionati o guest musicians. Assurdo. Mangold aveva già scritto la stragrande maggioranza del materiale presente sul succitato "Saints And Sinners", una specie di "pr...

QUORTHON E LA "PUREZZA" RINNEGATA: A 20 ANNI DALLA SCOMPARSA

  Tutti, nel bene e nel male, conoscono Quorthon (alias Ace Thomas Forsberg) per il suo main project Bathory. Giusto per catalogare i fatti oggettivi nella giusta prospettiva, all'epoca della loro uscita, ovvero nei goduriosi anni 80, i 33 giri della band sono considerati poco più che monnezza. Una versione estrema, peggio suonata e registrata rispetto ai Venom, anche se lo stesso Quorthon dichiara di "non avere a casa alcun loro album" e di ispirarsi al massimo ai Motorhead. La fama, anzi la leggenda dei Bathory, è alimentata anche da un alone di mistero che circonda il suo protagonista: pochissime interviste, nessun show dal vivo, il primo video clip soltanto nel 1990 con "One Rode To Asa Bay" per l'album "Hammerheart". Oggi sarebbe impossibile, basta vedere cosa è successo a Tobias Forge dei Ghost, che avrebbe voluto tenere nascosta la propria identità dietro una maschera. Pura illusione nell'invadente era dei social. "Ad un certo punto...

BLACK SABBATH "ETERNAL IDOL" (1987)

Ci prova in tutti i modi, l'irriducibile Toni Iommi, a tenere in vita il nome dei Black Sabbath anche negli anni 80. La decade probabilmente meno adatta per valorizzare le tematiche oscure di un gruppo certamente fondamentale, ma che sembra ormai relegato ad un ingombrante passato. La cosa incredibile è che Ozzy vola verso un inaudito ed inaspettato successo grazie ai suoi album solisti, ed a giganteschi tour perennemente sold out. Mentre i Sabbath fanno fatica a riempire piccole venues. Dopo l'epopea con Dio, meravigliosa ma decisamente troppo breve, l'improbabile parentesi Gillan, che suscita prevedibile interesse ma che dura un battito di ciglia, ed il disperato tentativo con Glenn Hughes, Toni Iommi riparte praticamente da zero. Con il portentoso Ray Gillen, già star nel supergruppo Phenomena, nonché futuro partner in crime di Jake E Lee (ex Ozzy Osbourne, e si ritorna sempre lì) per la costituzione dei Badlands, Iommi entra in studio per le registrazioni del successore...

DARK TRANQUILLITY "ENDTIME SIGNALS" (2024)

Non deve essere facile, per una band come i Dark Tranquillity, inventarsi ancora qualcosa che possa soddisfare i fans. Sono tante le fasi stilistiche attraversate nel corso di tre decadi: dal magma primordiale che comprende il periodo "Skydancer", "The Gallery" e "The Mind's I", per proseguire con le elettro-raffinatezze non richieste (ma quasi universalmente apprezzate) di "Projector" e del suo fratello minore "Haven". Ad onor del vero, a differenza delle sbandate di alcuni colleghi di settore, il gruppo di Michael Stanne non ha mai deragliato più di tanto, ma da "Atoma" ha dimostrato di possedere ancora il "quid" necessario non solo per "galleggiare", ma anche per sfidare nuovamente le onde. "Endtime Signals" onora l'importante banner dei Dark Tranquillity, pur senza stravolgere nulla, in virtù di un songwriting per la maggior parte ispirato, e di arrangiamenti leggermente più aggressivi...

VISION DIVINE "BLOOD AND ANGELS' TEARS" (2024)

Sono ben cinque gli anni che separano quest'ultima uscita dei Vision Divine al precedente "When All The Heroes Are Dead", rilasciato nel 2019 in epoca pre-pandemia. Ed è forse per questo motivo che la tempistica appare ancora più importante e dilatata. "Il sangue e le lacrime degli angeli", cita il titolo dell'album: le soprannaturali creature alate sono da sempre l'ossessione costante di Olaf Thorsen, almeno nella veste di incontrastato leader dei Vision Divine. Ma non basta, perché questa è solo la prima parte di un concept che vedrà la propria conclusione tra un anno, nel secondo capitolo della storia. "Blood And Angels' Tears" vede il gruppo virare verso un suono più power oriented rispetto a "When All The Heroes Are Dead", e certe linee vocali possono ricordare il periodo con Michele Luppi alla voce, forse il più apprezzato in assoluto da parte dei fans. Detto ciò, il confermatissimo (e bravissimo) Ivan Giannini non fa rimpia...

ROGER WATERS "AMUSED TO DEATH" (1992)

Come "Animals" dei Pink Floyd prendeva spunto da La Fattoria Degli Animali di George Orwell, con Waters che suddivideva il genere umano tra "cani, maiali e pecore", a seconda delle naturali predisposizioni da bestiario, è ancora una volta un'opera letteraria a dare il via a questo terzo album solista di Roger. La tempesta perfetta dietro la genesi del disco è rappresentata essenzialmente da due fattori: 1) la lettura di Amusing Ourselves To Death (divertendoci a morte) del pedagogista Neil Postman 2) lo scoppio della prima guerra del Golfo. Se ricordate, anche "The Final Cut" era pieno di riferimenti all'attualità bellica, con il conflitto delle Falkland a fungere da macabro sponsor. Ne abbiamo parlato proprio nell'articolo ad esso dedicato sul sito. "Amused To Death" non disdegna neppure sguardi all'estremo Oriente, con i fatti di piazza Tien An Men denunciati da ampi servizi alla televisione, ma che vengono visti dallo spettator...