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Visualizzazione dei post da luglio, 2024

VIXEN "VIXEN" (1988)

Le Heart, ed uso il femminile perché ho sempre identificato la band nelle sorelle Ann e Nancy Wilson, irrorano di classe e melodia le classifiche americane grazie all'omonimo album, ed in particolare a "Bad Animals". Il super singolo "Alone", soprattutto, una sorta di versione "rosa" di "Don't Stop Believing" dei Journey, sbanca i botteghini come nessun altro brano nella lunga storia della band. Normale che, a traino, si propongano una serie di gruppi del gentil sesso pronti a seguirne la scia profumata di dollari e fans in visibilio. Le Vixen, formate dalla cantante/chitarrista Janet Gardner, dalla chitarrista Jan Kuehnemund, dalla batterista Roxy Petrucci e dalla bassista Share Pedersen, sembrano essere candidate come la "next big thing" del pop metal. Quando infatti esce il loro esordio autonominale, la congiunzione astrale intersecata tra media televisivi e magazine (ovviamente cartacei) sembra propizia a spianare loro la st

IAN GILLAN "NAKED THUNDER" (1990)

Il siluramento di  Ian Gillan  all'indomani della pubblicazione del doppio live " Nobody's Perfect ", uno dei pochissimi dischi dal vivo che vede un'appendice sul palco per la relativa promozione, lascia le due parti contendenti piene di veleno. Da un lato, il gruppo che contesta al cantante la scarsa resa on stage, ma anche un apporto compositivo al di sotto del "minimo salariale", dall'altro dichiarazioni che contestano la versione ufficiale consegnata alla stampa. " Non sono stato affatto licenziato dai Deep Purple, me ne sono andato io " sostiene Gillan. " Le parole di Ian sembrano quasi surreali. Tutti sanno benissimo come sono andate le cose, e mentre noi lavoravamo ai nuovi pezzi, lui pensava a divertirsi in altri progetti come i Garth Rockett & Moonshiners " ribatte  Jon Lord . Al di là delle schermaglie verbali, il 1990 vede "scendere in campo" sia i  Deep Purple  con " Slaves And Masters " e  Joe

WARHORSE "WARHORSE" (1970)

Il breve periodo tra il 1969 ed il 1970 pone le basi per tutto ciò che, dopo alcuni anni, sarebbe stato definito heavy metal. Se i   Led Zeppelin   gettano sinistre ombre premonitrici, prima con una canzone come " Communication Breakdown ", poi con il riff purificatore ed inceneritore di " Whole Lotta Love ", tocca poi ai   Black Sabbath   dell'omonimo esordio inscenare riti di inedita pesantezza elettrica. È quindi la volta dei   Deep Purple   che, sbarazzatisi della "zavorra" di   Rod Evans   e   Nick Simper , sostituiti rispettivamente da   Ian Gillan   e   Roger Glover , si liberano di qualsiasi scolarismo istituzionale (" Concerto For Group And Orchestra "), eruttando la bomba " In Rock ". Il più famoso esempio di proto heavy metal con derive progressive? Credo proprio di si. Come dovrebbero sapere anche i sassi in questa strana epoca di finta "condivisione" culturale, la sacra trinità del suono pesante anglosassone,

DAVID LEE ROTH "SKYSCRAPER" (1988)

Il divorzio tra i  Van Halen  ed il loro istrionico frontman  David Lee Roth  non avviene in modo pacifico. Infastidito dalla sovrabbondanza di synth che infarciscono il top seller " 1984 ", in particolare nella hit " Jump " ed in " I'll Wait ", il cantante decide di lasciare  Eddie Van Halen  alle sue voglie represse di tastiere. Addirittura le due parti si rispondono attraverso i titoli degli album: Roth intitola il suo primo 33 giri solista " Eat 'em And Smile " (mangiali e sorridi), i suoi ex compagni assieme a  Sammy Hagar  rispondono con un laconico " OU812 " che, pronunciato nel modo corretto, sta per "oh you ate one too" (oh ne hai mangiato uno anche tu). Schermaglie verbali a parte, la  David Lee Roth Band  è stellare, col portentoso  Steve Vai  alla chitarra,  Billy Sheehan  al basso e  Gregg Bissonette  alla batteria. Il succitato "Eat 'em And Smile" è clamoroso, con canzoni come " Yankee

WARLORD "FREE SPIRIT SOAR" (2024)

Il proseguimento della "Warlord legacy", nonostante la scomparsa del leader e fondatore William J. Tsamis, ha provocato non poche polemiche. Anche legittime, per carità: chi segue il mondo del metal dagli anni 80 è perfettamente consapevole dell'aura, ai limiti del fanatismo da "setta" (cristiana, in questo caso), che circonda da sempre la band. Se però usciamo dal contesto "elitario" della situazione in oggetto, va detto che i Deep Purple proseguono senza Ritchie Blackmore esattamente da 30 anni: quindi, fatte le debite proporzioni, non credo che ci si debba scandalizzare più di tanto. Tra le altre considerazioni, non certo irrilevanti, bisogna sottolineare come gran parte del materiale presente in "Free Spirit Soar" porti ancora la forma di Tsamis, determinato a dare un seguito a quel gioiellino di nome "Holy Empire". A partire dall'iniziale "Behold A Pale Horse" e la conclusiva "Revelation XIX", già presen

MOTLEY CRUE "GIRLS GIRLS GIRLS" (1987)

Gli anni dell'hair metal sono al culmine. Dopo un inizio fulminante a base di suoni ultra pesanti, prima col seminale " Too Fast For Love ", poi con il macigno " Shout At The Devil ", i  Motley Crue  decidono di aggiungere un pò di frivolezza alla loro proposta. " Theatre Of Pain " è probabilmente "IL" disco glam per antonomasia dello scapestrato quartetto, in cui l'immagine ben si sposa ad un approccio musicale meno serioso e più "colorato". Tolto il denim & leather dell'esordio, svestiti delle suggestioni post apocalittiche del suo successore, col terzo 33 giri i Motley Crue aggiungono divertimento e spensieratezza. E non solo al look. "Theatre Of Pain", complice anche la congiuntura temporale, porta definitivamente  Nikki Sixx  e soci sul tetto del mondo, con hit universalmente conosciute come " Smokin' In The Boys' Room " (cover dei  Brownsville Station ) oppure l'iconica ballad da are

MORGANA LEFAY "MALEFICIUM" (1996)

Negli anni '90 la rinascita del metal classico oppure l'affermazione del nuovo power, scegliete voi la definizione più gradita, non deve essere accreditata solamente ai grandi nomi. A  Blind Guardian ,  Gamma Ray ,  Stratovarius ,  Helloween 2.0 ,  Grave Digger : e sicuramente la lista potrebbe continuare. Ci sono gruppi che non ce l'hanno fatta a resistere alla "prova del tempo", ma non per questo devono essere considerati dei comprimari. Soprattutto per merito di una manciata di album di qualità che ben poco hanno da invidiare alle opere più celebrate dei campioni riconosciuti del genere. Una di queste band sono certamente gli svedesi  Morgana Lefay , che dal 1990 al 1996 centrano un disco eccellente dopo l'altro, con una proposta peraltro originale rispetto alla concorrenza. Se è vero che il mood imperante per raggiungere il top è quello della melodia "happy" unita ad una sezione ritmica speed, i cinque musicisti nordici optano per un approccio qu

MISHA CALVIN "EVOLUTION" (1993)

Estate 1993. Mi trovo in vacanza in Versilia, e come tutti gli anni, vado a fare visita all'amico  Klaus Byron , presso il negozio di Viareggio in cui lavora. Alla spasmodica ricerca di novità, mi lascio ovviamente consigliare dal "toscanaccio", che mi fa ascoltare con entusiasmo il cd di un nuovo talento jugoslavo della chitarra. " Questo ti piacerà di sicuro, ci sta pure Tony Martin " dice il grande e mai troppo compianto Klaus. Ma andiamo con ordine:  Misha Calvin  si trasferisce dalla terra natale a Londra verso la metà degli anni 80, per coltivare il sogno. Il suo talento alla sei corde è così limpido e cristallino da attenzionare addirittura l'ex voce dei  Black Sabbath , che nel 1993 decide di accettare l'offerta di partecipare al disco d'esordio dell'asso slavo. L'anno prima  Tony Martin  viene messo alla porta da  Iommi  e compagnia senza tanti convenevoli, concentrati anima e corpo dal ritorno in formazione di  Ronnie James Dio , in

BON JOVI "FOREVER" (2024)

"È ridicolo pensare, a 60 anni, di riuscire a cantare come quando ne avevi 20". Con questa laconica ma indiscutibile affermazione, Jon Bon Jovi battezza il documentario a lui dedicato "Thank You, Goodnight", in onda sulla piattaforma Disney+. Vederlo mentre lava i piatti nel suo ristorante di New York, dove offre pasti gratis ai meno abbienti con lo slogan "il cibo buono non può essere solo per ricchi", è un'immagine che lo ha reso ancora più "umano". Già, perché stiamo parlando di una delle più grandi rock star americane della storia, visto che la matematica non è un'opinione: e le vendite parlano chiaro, anzi chiarissimo. Pretendere, ancora oggi, un "Slippery When Wet" è ridicolo: non solo per una questione di opportunità stilistica, ma anche per una forzata credibilità travestita da falsa coerenza. Sono sincero, l'ultimo album di Jon che ho realmente apprezzato fu "The Circle", e stiamo parlando dell'ormai l

KANE ROBERTS "KANE ROBERTS" (1987)

Se c'è un artista che, per impatto shocking e trovate sceniche, si è ritrovato catapultato negli anni 80 come nell'accogliente ventre materno, questo è sicuramente  Vincent Fournier , al secolo Mister  Alice Cooper . Per lui è la cosa più naturale di questo mondo nutrirsi degli eccessi visivi e coreografici dei vari  Motley Crue ,  WASP  et similia, tanto che il ritorno sulle scene di " Constrictor " lo vede alle prese con un class metal deluxe come se niente fosse. Anzi, come se avesse sempre interpretato questo genere. Per ribadire il concetto, Alice sceglie dal mazzo un chitarrista-energumeno che sembra fuoriuscire dai fotogrammi di Rambo 2, e che imbraccia la sua sei corde come se stesse maneggiando un mitragliatore. Visualizzate il periodo: gli "eroi" dell'immaginario collettivo non sono ancora personaggi depressi che cercano di combattere i propri demoni personali prima ancora che le brutture del mondo, ma figure tutte d'un pezzo che accendono

DEEP PURPLE "=1"

"Andiamo avanti per i soldi? Certo, anche da giovani lo facevamo per soldi": è quanto dichiarano oggi i Deep Purple, o "quel che resta" del gruppo. Nello specifico, solamente Ian Paice può essere considerato un membro originale, visto che Ian Gillan e Roger Glover subentrarono per la fase Mark 2, ovvero quella più nota e (tornando al discorso denaro) remunerativa della storica band inglese. Che sia una questione di dollari oppure no, quel che preme considerare in questa sede è se la proposta musicale degli autori di "Smoke On The Water" sia ancora di livello, non dico dei classici, ma almeno dell'ultima, lunga fase con Steve Morse. Già, perché nonostante io sia un fanatico dei Deep Purple da ben 40 anni, ovvero dal ritorno nel 1984 con "Perfect Strangers" (la discografia precedente venne recuperata "dopo"), mi sono accorto di avere assistito a più concerti con il succitato Morse (sei, se non vado errato) rispetto a quelli con Ritchi

LA RINASCITA DEGLI HELLOWEEN: "MASTER OF THE RINGS" COMPIE 30 ANNI!

Gli Helloween sono a pezzi. Il contratto con la EMI dopo il divorzio uniconsensuale dalla Noise, oltre ad aver bruciato tre anni di potenziali successi a causa delle conseguenti beghe legali, si rivela la classica arma a doppio taglio. Non vendi quanto previsto? Quella è la porta: tempo (e denaro) da perdere non ne abbiamo. Sono sincero: quando lessi la recensione di "Master Of The Rings", estate 1994, rimasi di stucco. Credevo che gli Helloween si fossero definitivamente sciolti dopo il tracollo di "Chameleon". Non sapevo nemmeno che avessero scelto un nuovo cantante ed un nuovo batterista, perché le notizie uscivano col contagocce e soltanto sulle riviste specializzate. A quei tempi, poi, il mondo del metal non girava certamente attorno alla band di Amburgo. Anzi. È l'anno di "Far Beyond Driven" dei Pantera direttamente al numero 1 della classifica americana, oppure dei Motley Crue che cercano di replicare i Soundgarden. Chi si ricorda più degli Hell

SAXON "INNOCENCE IS NO EXCUSE" (1985)

Negli anni 80, un nuovo album dei  Saxon  non è certo qualcosa su cui soffermarsi cinque minuti per poi passare alla prossima uscita. Le deflagrazioni di " Wheels Of Steel ", " Strong Arm Of The Law " e " Denim & Leather " sono ancora carne fresca, tuttavia i gusti del pubblico restano un magma in perenne definizione.  Ratt ,  Motley Crue  e  Dokken  iniziano a bussare alle porte dei discografici che contano e, dopo determinate vendite da capogiro, le sfondano direttamente a calci. Ovviamente non siamo ancora nell'era del globalismo ebete, tuttavia i segnali di fumo da Oltreoceano non lasciano spazio a dubbi. Occorre una svolta, perché il furore pirico dei primi dischi non può essere preservato in frigorifero per poi utilizzarlo all'occorrenza. " The Power And The Glory " e " Crusader ", nonostante una qualità ed un mestiere indiscussi, non possono assolutamente reggere il confronto con i loro dinamitardi predecessori, ed an