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Visualizzazione dei post da giugno, 2024

DIO "DREAM EVIL" (1987)

Il fuoco e le fiamme del tour di " Sacred Heart ", con tanto di drago annesso, sono soltanto un lontano ricordo. È tempo di maggior sobrietà, ma soprattutto di fare i conti con una carriera che sembra iniziare a scricchiolare in termini di popolarità. La repentina fuga di  Vivian Campbell , che si aggregherà prima al carrozzone hair metal dei  Whitesnake , poi ai  Def Leppard  orfani di  Steve Clark , senza dimenticare la deliziosa parentesi hard blues dei  Riverdogs , costringe  Ronnie James Dio  a rivedere i propri piani. La chitarra vacante viene imbracciata da  Craig Goldy , con un passato prossimo nei  Giuffria , ed il tour di "Sacred Heart" viene completato proprio grazie al suo ingresso in formazione. Campbell e Dio non si parleranno mai più, anzi gira sulla rete uno spezzone di Ronnie mentre firma autografi ai fans, in cui definisce Vivian " a fuckin' asshole ", aggiungendo la poco simpatica postilla " I hope he fuckin' dies ". Do

SAVATAGE "STREETS" (1991)

Stappato lo champagne di Broadway con "Gutter Ballet" (1989), i Savatage capiscono di sentirsi perfettamente a proprio agio tra orchestrazioni e sinfonie, sempre ovviamente filtrate attraverso impellenti rasoiate metalliche. Passano due anni dal precedente capolavoro e, nell'autunno 1991, viene dato alle stampe un nuovo capitolo da studio: "Streets". Fin dall'aristocratica copertina in "sangue blu", si capisce che la scelta stilistica non ha intenzione di cambiare affatto rispetto al blasonato predecessore. Anzi, quale migliore viatico di un concept album per ribadirne la magniloquente vena espressiva? I Savatage, ed in particolare "Big" Jon Oliva, non dimenticano tuttavia le proprie radici stradaiole: infatti, ben lungi dal comporre una "piece" politically correct, il cantante opta per una storiaccia di droghe e perdizione, il cui protagonista DT Jesus sembra tanto rivestire le sue sembianze. Autobiografica? Beh, fino ad un cer

WAYNE "METAL CHURCH" (2001)

Ognuno ha una propria idea sui  Metal Church , me ne rendo conto. La mia è piuttosto netta e, se vogliamo, decisamente oltranzista. Si sintetizza sostanzialmente con uno slogan: " no David Wayne, no party ". Non che, dopo l'abbandono del carismatico cantante, la band abbia iniziato a produrre schifezze, ci mancherebbe. Nessuno può ovviamente mettere in discussione la bontà di un " Blessing In Disguise " o di un " The Human Factor ", ma personalmente mi chiedo: dov'è finita la rabbia belluina dell'omonimo esordio, immortalata dalla celebre chitarra zombie? In quale anfratto maligno si è nascosta la maniacale attitudine di " The Dark "? Qualcuno potrebbe veramente pretendere di mettere a confronto le vocals pulite di  Mike Howe  (RIP) con il "cannibal holocaust" inscenato da  David Wayne  nelle varie " Ton Of Bricks ", " Start The Fire " o " Method To Your Madness "? Pochissimi altri gruppi, alla

INCONTRI CON DIO

Dal punto di vista "giornalistico" (virgolette d'obbligo), credo di essere stato un uomo fortunato. Ultimamente leggo cose deliranti da parte di qualche frustrato da tastiera che "avrebbe voluto esserci", ma che all'epoca nessuno si è mai filato di striscio. Roba tipo che gli scribacchini di una volta potevano vantare chissà quali privilegi ed amenità simili. Cazzate che solo l'ignoranza dei social può bersi, fino all'ultima goccia di falsità. Io ricordo tante trasferte a Milano, tante telefonate negli USA (quando costavano un occhio della testa), puntualmente mai rimborsate dall'editore di turno. Personaggi scaltri che vivevano sulla passione dei collaboratori per confezionare, possibilmente, un buon prodotto. Il tutto a costo quasi zero, al netto di quelli di stampa, distribuzione, ed un riconoscimento economico molto saltuario. Perché, dunque, mi definisco "fortunato"? Semplicemente perché, grazie a questa passione (ancora questa par

LE MILLE FATICHE DI LITA: DAL PUNK ROCK DELLE RUNAWAYS AL RED CARPET DI "KISS ME DEADLY"

In principio furono le Runaways. Dalla natia Inghilterra, Carmelita Rossana Ford, papà britannico e mamma italiana, si è già trasferita a Long Beach, California. Ed è proprio verso la metà degli anni 70 che a Kim Fowley, produttore, cantante e discografico, viene in mente un'idea rivoluzionaria (almeno per l'epoca): una rock band composta da sole donne. Anche il nome proposto è piuttosto d'impatto, The Runaways, ovvero Le Fuggitive. Della combriccola "rosa" fanno parte appunto Lita Ford e Joan Jett alle chitarre, Jackie Fox al basso, Sandy West alla batteria, e l'iconica Cherrie Currie alla voce. Al di là del fattore novità, le cinque scavezzacollo non passeranno certo alla storia per la qualità eccelsa delle loro uscite. Il rock duro, irrorato di primi sintomi punk, non brilla per particolare talento (sia tecnico che compositivo), tanto che The Runaways saranno ricordate più per essere state delle "prime mover" che non per le canzoni contenute nei l

COMPLOTTO IN FAMIGLIA: "CONSPIRACY" CONCLUDE LA SAGA DI "THEM"

Le brume gotiche di "Them" (1988), perfetto plot per un B-movie da Hammer Production, non sono state sufficienti. È il 1989 quando King Diamond, il prime mover del concept inserito in contesto metal con "Abigail" (1987), annuncia che il nuovo album "Conspiracy" altro non sarebbe stato che la continuazione, e conclusione, della storia narrata sul disco precedente. Avevamo lasciato il protagonista (il cui nome risponde ovviamente a King) sconvolto per una telefonata dall'aldilà, attraverso cui la malefica nonna gli intimava di tornare ad Amon, la magione teatro degli infausti eventi narrati in "Them". "Grandma" fu uccisa dallo stesso King, come estrema punizione per aver causato la morte della sorella Missy, attraverso l'evocazione degli spiriti che albergavano la casa maledetta. Un atto che gli costò l'internamento in manicomio per ben 18 anni. Ora King si è impossessato di Amon, ed il suo desiderio più grande è quello di riv

ACCEPT "HUMANOID" (2024)

Mi permetto un piccolo excursus personale riguardo agli Accept. È l'anno 1993, ed il mondo del metal celebra la reunion della band che tanti capolavori ci aveva regalato nel corso degli 80's. Telefonai al mio negozio di fiducia, e chiesi se fosse già disponibile "Objection Overruled": questo il titolo del loro come-back in pompa magna, con il rientro dello storico singer Udo Dirkschneider in formazione. La risposta fu "si, ma è stato stampato solamente in versione cd". Il sottoscritto, da sempre molto sospettoso nei riguardi delle trans-izioni tecnologiche, fu costretto a capitolare. Io ero uno di quelli che, ancora, si rifiutava di passare al "comodo" lettore ottico, e che aveva resistito sui bastioni del formato LP/33 giri. A quel punto, mi trovai costretto ad acquistare il supporto fisico nuovo (per l'epoca) SOLO per avere l'opportunità di ascoltare un album che attendevo da così tanto tempo: esattamente da "Russian Roulette" (

PRAYING MANTIS "DEFIANCE" (2024)

Ridendo e scherzando, i Praying Mantis arrivano quasi a 45 anni di carriera discografica, 50 netti dalla loro nascita ufficiale. Il primo album "Time Tells No Lies" è datato addirittura 1981, in piena deflagrazione di New Wave Of British Heavy Metal, movimento del quale resta un esponente eccellente ed imprescindibile. Ad onor del vero, trattasi anche dell'unico esemplare totalmente ascrivibile al genere: eccezion fatta per "Throwing Shapes" uscito sotto il banner Stratus, tra le cui fila compariva anche il compianto Clive Burr (ormai ex Iron Maiden), i fratelli Troy hanno infatti poi virato verso uno stile altamente compromissorio con il melodic rock. Un approccio che non è più stato abbandonato, semmai aggiornato a seconda delle fasce temporali di riferimento. Il nuovo "Defiance" non cambia registro, anzi si posiziona sostanzialmente sulle medesime coordinate di alcuni degli episodi più riusciti dell'ultima fase (vedi "Legacy" e "G

SANCTUARY "REFUGE DENIED" (1988)

Quando l'Heavy Metal era al potere, libero di esprimere tutta la sua forza dirompente senza dover chiedere il permesso a niente e nessuno (leggasi social), succedeva spesso di imbattersi in selvaggi cavalli di razza. È il 1987, ed il grande "Mega"   Dave Mustaine   viene attenzionato da questa sconosciuta band di Seattle chiamata   Sanctuary , la cui principale peculiarità deriva sicuramente da un cantante tanto straordinario quanto distintivo. Il suo nome è   Warrell Dane , biondo lungocrinito con una particolare predisposizione per gli acuti lancinanti. Non voglio fare paragoni irriverenti con situazioni musicali sicuramente più "colte", ma la sua voce, almeno agli inizi della carriera, è quanto di più vicino si possa immaginare ad un "soprano maschile", calato naturalmente in un contesto metallico. L'ex chitarrista dei Four Horsemen, ed attuale leader indiscusso dei   Megadeth , rimane evidentemente folgorato dall'istrionico talento dei Sanc

IL DE PROFUNDIS DEI SABBAT: "MOURNING HAS BROKEN" E RICHIE DESMOND

Ci crediate o no, io sono uno di quelli che ha subito il fascino arcaico dei Sabbat. Ricordo ancora, come fosse ieri, la recensione di "Hystory Of A Time To Come" (1988) da parte del Maestro Beppe Riva, quando i pareri dei giornalisti (quelli veri) avevano un valore quasi assoluto. Il sommo writer bergamasco non rimase affatto folgorato sulla via di Damasco come da previsioni entusiaste della stampa britannica, piena di vedove inconsolabili della NWOBHM, ansiose di reperire un altro fenomeno da esportazione. Il voto, un solido 4 su 5, premiò l'album, ma leggendo tra le righe, si capiva benissimo che Beppe si sarebbe aspettato ben altra personalità ed originalità da parte di un gruppo che gli scribacchini anglosassoni presentavano addirittura come "i nuovi Iron Maiden". Dopo la replica di "Dreamweaver" nell'anno successivo, con relativo tour annesso, i Sabbat si prendono una pausa importante, anche a causa di cambi di formazione piuttosto rilevanti.

STORIA DI UN ALBUM RINNEGATO: "MOTLEY CRUE" COMPIE 30 ANNI

  "Dr. Feelgood" fa sfracelli. Primo ed unico album dei Motley Crue a raggiungere la vetta delle charts americane, il 33 giri segna il momento di maggior successo della band. Come spesso succede, da lì a perdere il contatto con la realtà è un attimo. Vince Neil inizia ad estraniarsi dagli altri tre "fratelli di rock'n'roll", e la pubblicazione del suo lavoro solista "Exposed" (1992) diventa la pietra che seppellisce un unione teoricamente a prova di bomba. Incassato il colpo dell'abbandono del loro cantante storico, Nikki Sixx, Tommy Lee e Mick Mars si interrogano seriamente sul futuro del gruppo senza quello che, volenti o nolenti, li aveva identificati presso il pubblico in volto e voce. C'è poi un altro fattore di non poco conto da considerare: l'heavy metal 80's è in fase di declino commerciale, soppiantato da quel movimento di Seattle passato alla storia come "grunge". Niente più costumi di scena shock, ma semplici je