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Visualizzazione dei post da novembre, 2024

OPETH "THE LAST WILL AND TESTAMENT" (2024)

Cronologicamente siamo alla fine della prima guerra mondiale. Una famiglia si riunisce per la lettura del testamento del patriarca da poco defunto: un ricco nobile, alquanto severo, conservatore e (diciamolo) stronzo. Sono presenti nella magione due gemelli, un maschio ed una femmina sulla ventina, ma anche una ragazzina affetta da poliomelite. Una grave malattia scheletrica che verrà definitivamente sconfitta dal vaccino Sabin nel 1955, ma questo è un altro discorso. Durante la lettura, i tre ragazzi arrivano a scoprire segreti inconfessati: i gemelli, ad esempio, vengono a sapere che non sono figli di quello che ritenevano il loro padre, ma di un dipendente della servitù. Una volta scoperto di essere sterile, il patriarca chiese a costui di mettere incinta la moglie, anche se successivamente pensò bene di sbarazzarsi dell'uomo per cancellare ogni sospetto. Allo stesso tempo, la ragazza poliomelitica viene presentata per la prima volta come vera ed unica erede del patriarca, frutt...

AC/DC "LET THERE BE ROCK" (1977)

  “Hard Rock: forma di rock’n’roll popolare. I ritmi mantengono una semplicità estrema, ma vengono portati al massimo della loro potenza e volume sonoro. La musica è violenta, le parti vocali selvagge”. Definizione firmata nel 1972, ma che sembra descrivere alla perfezione qualsiasi album degli AC/DC. Dopo aver messo a ferro e fuoco la natia Inghilterra durante i tour di “High Voltage” e “Dirty Deeds Done Dirt Cheap”, i mass media di sua Maestà si scagliano contro quei “figli bastardi” emigrati in Australia a cercare fortuna, lontano dalla povertà scozzese. Alcuni gestori di locali denunciano devastazioni, e non mancano nemmeno denunce parentali per oscenità: il gruppo se ne fotte, e sulla “Bibbia” Melody Maker rilancia la sfida a mezza pagina: “La prossima volta faremo di peggio. E’ una promessa!”. Il tutto infiocchettato dalla classica foto di Angus, vestito da scolaretto di tutto punto, che sputa sangue a fiotti. Chi aveva dato per morto e sepolto il rock duro, preso momentaneam...

TIMO TOLKKI: TRA INCERTO PRESENTE ED ILLUSTRE PASSATO

  Quante ne ha combinate Timo Tolkki? Tante, sicuramente troppe. Ma non è questa la sede per rivangare storiacce che sembrano fortunatamente relegate al passato, nonostante alcune restino veramente di una gravità sconcertante. Colpa del suo disturbo bipolare? L'importante è che il chitarrista finlandese, "responsabile" dell'affermazione planetaria degli Stratovarius, abbia messo da parte certe follie e si sia nuovamente concentrato su ciò che meglio sa fare: la musica. È uscito, per ora solo digitalmente, il tanto rimandato "Classical Variations And Themes 2: Ultima Thule", originariamente annunciato circa una decina di anni fa tramite crowdfunging sotto il titolo di "Credo". Non se ne fece nulla perché, nel frattempo, Frontiers Records lo scritturò come mastermind del progetto Avalon, nonostante la somma raccolta fosse ampiamente sufficiente. Il mio primo contatto con Tolkki non avvenne con gli Stratovarius, che avevano appena pubblicato "Dre...

ATOMIC ROOSTER "HEADLINE NEWS" (1983)

  Quel che resta degli Atomic Rooster "sbarca" negli anni '80 con la stessa grazia dell' automobile di Ritorno Al Futuro. Vincent Crane, purista dell'Hammond e del pianoforte, inizia a cedere ai sintetizzatori soltanto dopo aver visto alcuni suoi coetanei illustri dedicarvisi anima e corpo: anche a costo di snaturare il sound dei rispettivi gruppi. È lo stesso Crane a definire "Headline News" come "il primo vero disco degli Atomic Rooster nel nuovo decennio", di fatto considerando il suo omonimo predecessore come un lavoro di transizione. "Non voglio che si consideri la band come un vecchio cimelio del passato: siamo qui e vogliamo proporre musica attuale". Esiste un gruppo più tipicamente 70's degli Atomic Rooster, con quelle note grevi di piano, il look da freakettoni, e quell'Hammond senza tregua? Credo si possano contare sulle dita di una mano. Per questo motivo "Headline News" risulta un album così unico ed affa...

METALLICA "RE-LOAD" (1997)

Succede spesso e volentieri che una band, sull’onda di un successo tanto clamoroso quanto inaspettato, perda la bussola. E non si tratta di un discorso di coerenza, quanto piuttosto di un “delirio di onnipotenza” generato da cotanta esposizione mediatica. Col botto commerciale (ma anche qualitativo, bisogna ammetterlo) del “Black Album”, i Metallica finiscono sulle prime pagine di tutti i giornali musicali del globo terracqueo, diventando praticamente un fenomeno di costume. Difficile tenere i piedi ancorati a terra per quattro ex ragazzini che, una volta, sbavavano sulle note di “Curse Of The Pharaohs” dei Mercyful Fate o “Am I Evil” dei Diamond Head, gruppi da culto per eccellenza. Ora Ulrich e soci sono la “new big thing”, e allora diventa impossibile resistere alle sirene del music business. Dai piani alti ti convincono che il futuro sta nella “contaminazione”, nell’eterogeneità stilistica, perché tu sei l’America e quindi devi essere la band di tutti. Un po’ come per le elezioni p...

VISION DIVINE "STREAM OF CONSCIOUSNESS" (2004)

In tema di anniversari perenni (i social delle varie pagine sembrano non vivere d'altro), pare persino surreale che ben pochi abbiano celebrato il ventennale di quello che, a parere di molti "intenditori", rappresenta uno degli album più belli e raffinati dell'intera scena power/prog metal italiana. I Vision Divine di Olaf Thorsen (a quei tempi ancora ex Labyrinth) si trova in una situazione non facile: all'amico Fabio Lione, che aveva cantato sull'esordio omonimo e su "Send Me An Angel", viene proibito di cantare in altre situazioni estranee ai Rhapsody. Ovviamente per i soliti motivi contrattuali. Il chitarrista si trova quindi nella situazione di scovare il nuovo frontman, che viene individuato in una voce più conosciuta per il suo operato in ambiti maggiormente melodici. Michele Luppi, forse anche inaspettatamente, si rivela invece ben presto non solo un degno sostituito rispetto al celebrato predecessore, ma anche quel "quid" in più ch...

WARHORSE "RED SEA" (1972)

Sul blog abbiamo già parlato del primo, omonimo album dei Warhorse, band nata dall'ex bassista dei Deep Purple, Nick Simper. Il loro debutto, datato 1970, esce in un periodo abbastanza particolare dove, il beat prima ed il flower power poi, si vedono brutalmente scalzati da un suono ben più burrascoso e tumultuoso. Il succitato Simper, pur avendo fatto parte "soltanto" degli albori (i primi 3 dischi) dei Deep Purple, vede la sua ex band spiccare letteralmente il volo con il rivoluzionario "In Rock", contornato a propria volta da altre perniciose realtà quali Led Zeppelin o Black Sabbath. "Warhorse" suonava esattamente come il giusto mix tra l'hard rock "Hammond-driven" di Blackmore e soci, e le visioni dark di Toni Iommi. Il 33 giri, nonostante l'eccellente qualità di tracce tipo "Vulture Blood", "Ritual" e "Woman Of The Devil", non vende molto. Anzi, contribuisce al rimpianto di Simper di essere stato sc...

BLOOD INCANTATION "ABSOLUTE ELSEWHERE" (2024)

Esistono fortunatamente ancora band che, pur partendo da "canovacci" artistici già noti ed esplorati, non si accontentano dell'ovvio. Gli statunitensi Blood Incantation fanno sicuramente parte di questo sparuto, ma illuminato, schieramento: ed il loro nuovo album "Absolute Elsewhere" ne conferma abbondantemente le ambizioni. Nonostante il successo di "Hidden History Of The Human Race", non abbiamo assistito ad una sua prosecuzione-fotocopia; anzi, il successore "Timewave Zero" era un oltranzista paesaggio ambient dove la cifra estrema veniva completamente messa in disparte. A domanda su come suonerà il nuovo disco, il quartetto americano risponde "come un prog rock anni '70, eseguito da una band death metal dei 90's". Detto così, significa tutto e niente, perché di progettualità ambiziose rimaste solo sulla carta sono pieni gli annali. Non è il caso di "Absolute Elsewhere". Iniziamo dall'impostazione: due brani...

DIO "ANGRY MACHINES" (1996)

Sono tempi duri per gli dei del metallo tonante. La semplicità del grunge ha relegato grandeur ed epicità in un angolino, sostituendole con pragmatica attitudine e spietato groove. Molti eroi degli anni ’80 si trovano quindi davanti ad un bivio: continuare imperterriti per la propria strada, a costo di ritrovarsi a suonare in un cinema parrocchiale, oppure prendere il toro per le corna e cercare di domarlo? Nel caso specifico dei Dio, come fai a parlare ancora di arcobaleni quando ti trovi nell’occhio di un ciclone che sembra non finire mai, mentre all’orizzonte vedi il buio, soltanto un abbacinante, sconfinato buio? Probabilmente è questa la domanda che frulla per la mente di un Ronnie James Dio in balia delle onde del business. Allo stesso tempo la band è tosta e solida, con il fido Vinnie Appice alla batteria, l’ex Dokken Jeff Pilson al basso, il tastierista Scott Warren (che veste più che altro i panni di arrangiatore) e, last but not least, il chitarrista Tracey G. Il contestato T...

DAVID GILMOUR E QUELLA STRANA FORTUNA (2024)

Esiste un album rock più atteso, nel 2024, di "Luck And Strange"? Io non credo. Eppure stiamo parlando di un pacato lord inglese di 78 anni, e lasciamo perdere che di nome faccia David e di cognome Gilmour. Lasciamo perdere che fosse parte di un "certo" gruppo chiamato Pink Floyd: gente che, tra la fine dei 60's e l'inizio degli 80's, sconvolse il mondo della musica traformandolo per sempre. Esiste un prima ed un dopo, si dice per "eventi" importanti (e traumatici) della vita: ebbene, lo stesso si può dire nel caso di "The Dark Side Of The Moon", indipendentemente da quale sia il vostro album preferito del gruppo (ognuno ha il proprio). Così come esiste un pre ed un post "The Wall", anche se molti obietteranno che "Animals", in fondo, gli era superiore. Ecco, prendo spunto proprio da quest'ultimo per ricollegarmi ad un magnifico articolo che un noto critico italiano ha riservato all'uscita di "Luck And...

LABYRINTH: "IN THE VANISHING ECHOES OF GOODBYE" (2025)

Se quello che stiamo vivendo quotidianamente, ormai da una ventina d'anni, non fosse un fottutissimo "absurd circus"; se esistesse una logica a guidare le scelte della mente umana, divenuta nel frattempo "umanoide"; se insomma non fossimo nel bel mezzo di quel "Pandemonio" anticipato dai Celtic Frost quasi 40 anni fa, i Labyrinth dovrebbero stare sul tetto del mondo metal. Nessuna band del pianeta, tra quelle dedite al power & dintorni, può infatti vantare, neppure lontanamente, una media qualitativa paragonabile ai nostri valorosi alfieri dell'hard'n'heavy. Certo, hanno vissuto il loro momento di fulgore internazionale con "Return To Heaven Denied" (1998), della cui onda lunga ha beneficiato pure il discusso "Sons Of Thunder" (2000) che, ricordiamolo ai non presenti oppure ai finti smemorati, raggiunse la 25esima posizione della classifica italiana. Poi la "festa" terminò, non in senso discografico, perché...

PSYCHO MOTEL "STATE OF MIND" (1996)

  Adrian Smith non fa più parte della Iron Maiden family da sette anni, esattamente dopo il tour mondiale di "Seventh Son Of A Seventh Son". Arriviamo al 1995, ma nel frattempo non è che abbia combinato molto, una volta lontano dall'ala protettrice di Steve Harris. Si ok, c'è stato quel "Silver And Gold" firmato come ASAP nel 1989: ma alla brillantezza compositiva non è corrisposto un'adeguato riconoscimento popolare. E se quel disco rincorreva il mito della L.A. da bere, i mid 90's presentano ben altre "icone" sul piedistallo del rock. Soundgarden, Pearl Jam, Alice In Chains ma, avendo comunque seguito il filone, ricordo anche altre entità certamente meno altisonanti eppure altrettanto valorose come Candlebox, Sweet Water, My Sister's Machine. Forse è proprio quest'ultimo il nome maggiormente accostabile al nuovo progetto di Adrian, Psycho Motel, con quel suono ruvido e grezzo, ma allo stesso tempo scevro da certe lagne ciondolanti...

AMARCORD: RUSTLESS "SILENT SCREAM" (2010)

Sul blog abbiamo analizzato con dovizia di particolari (spero) ogni capitolo discografico dei Vanadium. Posto il fatto che la carriera solista di Pino Scotto è sotto gli occhi di tutti, mi sembra giusto parlare anche della band che ha riunito tre ex membri della storica band sotto lo stesso tetto: ovvero dei Rustless di Steve Tessarin (chitarra), Ruggero Zanolini (tastiere) e Lio Mascheroni (batteria). In questa occasione vado quindi a recuperare la recensione del loro secondo lavoro da studio "Silent Scream", accompagnato dalla lunga chiacchierata soccorsa proprio con il Maestro Tessarin. E come sempre, buon tuffo nel passato!  RUSTLESS "SILENT SCREAM" (2010)  Rustless, ovvero tre quinti degli indimenticabili Vanadium (per la precisione il chitarrista Steve Tessarin, il tastierista Ruggero Zanolini, ed il batterista Lio Mascheroni), avevano già attirato l’attenzione in occasione dell’esordio “Start From The Past”, album che rivendicava lo storico “marchio” alla luc...

AMARCORD: LABYRINTH "RETURN TO HEAVEN DENIED PART II" (2010)

A gennaio 2025 uscirà il nuovo album dei Labyrinth, dopo quel "Welcome To The Absurd Circus" che ci allietò in piena pandemia ad inizio 2021. Il disco mostrava ancora una volta una band in stato di forma eccezionale, ed il preannunciato "In The Vanishing Echoes Of Goodbye" è già stato presentato dal singolo "Welcome Twilight". La song, oltre ad una struttura musicale/melodica da autentici campioni, affronta scottanti temi di attualità, anticipando probabilmente argomentazioni che verranno ulteriormente sviscerate nel corso del disco completo. Per l'occasione, vado a ripescare la mia recensione di "Return To Heaven Denied Part II", che segnò il ritorno nel gruppo di Olaf Thorsen dopo alcuni anni, nonché l'intervista promozionale assieme ad Andrea Cantarelli. Come sempre, buon tuffo nel passato.  LABYRINTH "RETURN TO HEAVEN DENIED PART II" (2010)  Diciamolo chiaramente, senza possibilità di fraintendimenti. I sequel vanno bene al ...